Quattro aule, una per ciascuna disciplina. Il Convegno Allenatori della Federnuoto al Palazzo dei Congressi di Riccione si conclude con lo svolgimento dei lavori nelle sale tematiche. Il nuoto alla "Polissena" A con 450 posti a sedere, il salvamento alla "Polissena" B (150), i tuffi alla "Costanza" (90) e il nuoto artistico alla "Ginevra / Violante" (150).
L’apertura dei lavori spetta ai direttori tecnici del congresso, il coordinatore tecnico delle squadre nazionali e responsabile del centro studi e della commissione medico-scientifica Marco Bonifazi e il consigliere federale Roberto Del Bianco, e al presidente della Sezione Salvamento Giorgio Quintavalle.
I direttori tecnici delle squadre nazionali di nuoto Cesare Butini, di nuoto per salvamento Massimiliano Tramontana, di tuffi Oscar Bertone e di nuoto artistico Patrizia Giallombardo cominciano con le relazioni del quadriennio.
L’INTRODUZIONE AI LAVORI DEL DT DELLA NAZIONALE DI NUOTO CESARE BUTINI - "La possibilità di avere una grande qualità è il motivo più importante di quello che deve essere l'arte dell'allenatore attualmente. Coniugare il volume con la qualità. Non vuol dire che la qualità deve andare a discapito del volume. Secondo me è importante che tramite il volume si consolidino quegli aspetti tecnici che noi stiamo cercando come valore aggiunto nell'attuale preparazione. Tanto è vero che volutamente abbiamo coinvolto nella nostra sessione di lavori il tecnico olandese, espressione di una scuola che è molto dedita alla parte tecnica".
L’INTRODUZIONE AI LAVORI DEL DT DELLA NAZIONALE DI NUOTO PER SALVAMENTO MASSIMILIANO TRAMONTANA - "Gli obiettivi del quadriennio erano il mantenimento o miglioramento, a seconda della competizione, del nostro livello. A livello europeo eravamo riusciti a primeggiare sopratutto in piscina, a livello mondiale avevamo qualche deficit nella parte mare. Dovevamo colmare queste lacune createsi nel corso degli anni. Altro obiettivo era riuscire a migliorare il livello nel salvamento oceanico".
L’INTRODUZIONE AI LAVORI DEL DT DELLA NAZIONALE DI TUFFI OSCAR BERTONE - "Il lavoro fatto dal SIT in questi ultimi anni credo possa essere fondamentale per una crescita del settore tuffi. Anche per dettare le linee guida degli anni futuri". "La maggior difficoltà - rileva il dt Bertone - è mettere gli allenatori di un certo valore con i bambini. È fondamentale la base. È difficile poi correggere quegli errori che vengono fuori nella fase iniziale della carriera di un tuffatore". Bertone ha sottolineato come il settore tuffi a livello di bordo vasca, di allenatori, sia indubbiamente di altissimo livello: "Altrimenti non sarebbero arrivati quei risultati negli anni post Cagnotto-Dallapè. È grazie al fatto che molti allenatori hanno continuato a lavorare con il settore giovanile e a far crescere quegli atleti che poi dal 2016 al 2024 sono riusciti ad ottenere buoni risultati, a volte addirittura ottimi".
L’INTRODUZIONE AI LAVORI DEL DT DELLA NAZIONALE DI NUOTO ARTISTICO PATRIZIA GIALLOMBARDO - "Nell'ultimo quadriennio ci siamo confrontati con delle sfide senza precedenti che hanno messo alla prova non solo le capacità fisiche degli atleti, ma anche la loro resilienza e capacità di adattamento. La pandemia ci ha costretto a trovare nuove strade. Abbiamo scoperto nuovi metodi di allenamento, però in tutto questo gli atleti hanno vissuto momenti di isolamento sociale". Il dt Giallombardo ha evidenziato come l'introduzione del nuovo regolamento abbia influenzato non solo i metodi di allenamento, ma ha anche alterato le aspettative riguardo ai risultati: "Prima eravamo abituati che avevamo una certa posizione, si poteva scivolare di una. Invece adesso si può arrivare dal primo posto all'ultimo".
I GRANDISSIMI DEI TUFFI - Nella sala Costanza per la seduta tematica del convegno allenatori di tuffi ci sono tre generazioni di grandi campioni, plurimedagliati olimpici, mondiali ed europei, che hanno scritto le pagine più belle della storia azzurra da piattaforma e trampolino Klaus Bibiasi e Giorgio Cagnotto, Tania Cagnotto e Francesca Dallape, Giovanni Tocci e Lorenzo Marsaglia. Tania Cagnotto, argento in coppia con Francesca Dallapé e bronzo individuale olimpico a Rio de Janeiro 2016, campionessa del mondo da un metro a Kazan 2015, 29 volte campionessa europea (20 assoluta e 9 giovanile) e neo vice presidente federale, saluta la platea. “Nel sentirvi parlare mi sono tornati in mente i tanti bei momenti ed anche il quarto posto di Londra 2021, che per me e Francesca è stato sicuramente il momento più difficile della nostra carriera. possiamo dire che probabilmente Londra ci voleva per arrivare dove siamo arrivate a Rio nel 2016. E’ stato l’insegnamento più grande che potessimo ricevere. Abbiamo cambiato e ci ha fatto capire tante cose. Dico sempre, infatti, che gli errori e le gare andate male ti danno un insegnamento più grande di quando prendi la medaglia o comunque sei soddisfatta. Dopo Londra abbiamo cambiato varie strategie di allenamento, abbiamo richiesto alla Federazione un sostegno maggiore, abbiamo ricevuto una squadra vera e propria di aiuti. Siamo state seguite durante i collegiali a Bolzano dall’attuale direttore tecnico Oscar Bertone, affiancate dal preparatore atletico e della psicologa che per noi è stata molto importante, ci siamo confrontate all’interno della squadra, abbiamo messo sul tavolo le paure che ciascuno di noi aveva. Paure che scoprivamo fossero comuni a tutti e che insieme potevamo affrontare e superare. Aspetti fondamentali che ci hanno completate perché avere una squadra che ti sostiene fa tutta la differenza del mondo, anche negli sport principalmente individuali come il nostro. Un consiglio che mi sento di dare a tutti voi, atleti e tecnici, è quello di godervi soprattutto anche il percorso, perché spesso si pensa subito all’arrivo, al raggiungimento dell’obiettivo finale, mentre invece ci sono anche tanti step, gare e allenamenti, altrettanto emozionanti e istruttivi”.C’è Francesca Dallapè seduta al fianco di Tania Cagnotto. La coppia d’argento di Rio e regina d’Europa si racconta a cuore aperto. “Il nostro viaggio insieme è stato emozionante ed allo stesso modo di crescita atletica, tecnica, mentale e personale. A Londra eravamo arrivate molto preparate sotto tutti i punti di vista ma poi qualcosa non ha funzionato; negli anni successivi mi sono resa conto che il lavoro svolto dal 2012 al 2016 è coinciso con un percorso alla ricerca dell’aspetto mentale, dell’adattamento alle situazioni difficili, oltre che del sogno da realizzare. Come ha detto Tania, è stata fondamentale la costituzione del team. In quel momento siamo riusciti insieme ad esprimerci liberamente. Personalmente mi sono resa conto che avevamo esigenze molto diverse ma che tutte queste messe insieme e condivise ci rendevano più facile il percorso. A distanza di anni mi sono resa conto che anche se non fosse arrivata la medaglia a Rio sarei stata contenta di averci riprovato, perché tutte le gare che sono venute dopo sono state una soddisfazione enorme. Dagli Europei di Londra, in cui ho avuto la sensazione di essere al top della forma, in poi. Da ex atleta, da tecnico e anche da mamma mi sento di augurare a tutti i bambini e ragazzi di intreprendere il persorso dello sport perché fa bene alla costruzione della persona”.
DA ATLETA AD ALLENATORE - Fabio Scozzoli e Linda Cerruti condividono con i partecipanti del convegno le loro esperienze e soprattutto il passaggio da atleta a tecnico. Fabio Scozzoli, 32 volte campione d’Italia, campione mondo in vasca corta nel 2010 e vice campione mondiale in lunga l’anno successivo nei 100 rana, tre volte campione europeo in lunga e 8 in corta, nel 2020 decide di intraprendere la carriera di allenatore di nuoto. “La passione per lo sport, la cultura del lavoro e l’ambizione. Ho imparato molto durante la mia lunga carriera, dai miei allenatori così come dai miei compagni di squadra, ed ed è ciò che intendo trasmettere ai miei atleti”. Linda Cerruti, singolista azzurra, l’atleta italiana più medagliata del nuoto artistico, di rientro dall’Olimpiade di Parigi, dopo aver annunciato il ritiro dalle gare, inizia la sua avventura da allenatrice e partecipa subito al primo collegiale del nuovo quadriennio insieme ad altri tecnici. “Ringrazio tutti e tutte voi che mia avete aiutato e sostenuto in questi anni di attività contribuendo ai successi ed al raggiungimento dei miei risultati. Da allenatore vorrò fare altrettanto. Soprattutto trasmettere valori positivi e linee guida importanti. Lavorare in gruppo vuol dire propensione all’ascolto e senso di appartenenza, comunicazione, serietà e massimo impegno, brain storming e problem solving. Incoraggiare la singola persona e creare nel singolo la consapevolezza di poter fronteggiare ogni problema”.
GLI OSPITI STRANIERI. Le special guest internazionali della seconda giornata dei congresso sono Patrick Pearson, tecnico del centro di formazione del nuoto di Eindhoven, e Ana Montero, tecnico di nuoto artistico della federazione spagnola.
LA TAVOLA ROTONDA - Nella sala Polissena, a chiusura del convegno allenatori di nuoto, si dibatte dello sviluppo del nuoto, del cambiamento e dell’evoluzione degli allenamenti e della preparazione atletica, della crescita esponenziale della nostra realtà, delle strategie future. Un dibattito, condiviso con la platea, tra il direttore tecnico della Nazionale di nuoto Cesare Butini, il tecnico responsabile della giovanile Marco Menchinelli, il direttore tecnico delle squadre nazionali FINP Riccardo Vernole e l’ex azzurro e neo allenatore Fabio Scozzoli. Moderatore il giornalista, atleta e tecnico di nuoto Paolo De Laurentiis. Le esperienze personali e professionali, il rapporto con i tecnici stranieri, il contatto con la base e il linguaggio da adottare con le nuove generazioni. “Saper ascoltare e trovare la chiave giusta per stimolare singolarmente gli atleti è fondamentale per fare squadra e raggiungere gli obiettivi”. Ma anche analisi delle tabelle e dei tempi limite, di criteri di selezione e soglie di sbarramento. Riflessioni sui numeri delle categorie (fasce di età) e integrazione con le graduatorie. “Il movimento è sicuramente in salute - conclude Butini - e lo dimostra anche la folta partecipazione a questo convegno con l’interesse e la volontà di conoscere, approfondire, condividere”. L’ultima parola spetta al consigliere federale Roberto Del Bianco che chiude i lavori. “Le domande e i dubbi stimolano il confronto e ci arricchiscono. Ringrazio tutti i partecipanti, auditori, relatori e collaboratori che hanno contribuito alla riuscita di questo convegno. Arrivederci al prossimo anno”.
Foto Kino / Casalboni