L'Italia domina, batte la Serbia 9-7 e torna a giocarsi l'oro ai Giochi 20 anni dopo Barcellona 1992. E' medaglia certa, 16 anni dopo Atlanta 1996. Di fronte la Croazia dell'ex Ct Rudic. Campagna: "Corali per tutta la partita, eroici nel finale"
LONDRA
Settebello da sogno! L'Italia batte la Serbia 9-7 e vola in finale alle Olimpiadi di Londra. La medaglia ora è sicura: come 20 anni fa, quando i tre moschettieri azzurri, il Ct Alessandro Campagna, il vice Amedeo Pomilio e il team manager Francesco Attolico, conquistavano a Barcellona il terzo alloro olimpico. Oggi sono alla guida della squadra che, nel corso dell'ultimo triennio, è tornata sul podio europeo (argento a Zagabria 2010), mondiale (oro a Shanghai 2011) e olimpico, che mancava dal bronzo di Atlanta 1996. Ma non svegliateci, vogliamo sognare ancora. Alle 16.50 di domenica 12 agosto c'è la Croazia dell'ex Ct Rudic. Una sfida infinita tra maestro e allievo che si propone e ripropone. Ma, soprattutto, c'è il Settebello.
Se in semifinale con l'Ungheria l'Italia ha giocato la partita perfetta, non si trova nel vocabolario italiano un aggettivo per definire il match di oggi. Ci proverà il cittì Sandro Campagna a fine match con "più che perfetta". Fatto sta che i maestri serbi mettono il naso avanti solo una volta, con Prlainovic e Udovicic che ribaltano l'1-0 di Gallo. Break di 4-0 tra primo e secondo parziale aperto dalla superiorità trasformata da Giorgetti e chiuso da uno straordinario gol di Felugo: l'Italia è sul 5-2. La Serbia, però, fa girare la palla a tutta velocità con l'uomo in più e trova spesso l'uomo libero al palo. Aleksic e Nikic riportano sotto gli slavi, ma prima della sirena di metà gara Gallo realizza la sua terza rete. Al riposo è +2.
Nella seconda metà di gara i serbi mettono in campo aggressività, forse anche troppa. "Mani addosso" agli azzurri. Si riportano a -1 ancora con Udovicic, il migliore dei suoi per distacco e l'ultimo ad alzare bandiera bianca. A metà del terzo parziale gli azzurri conquistano superiorità e il Ct intuisce che è il momento opportuno per chiamare time-out. Presciutti premia la scelta di Campagna, 7-5. La Serbia comincia a forzare, innervosita soprattutto dalla difesa azzurra. E, quando passa la palla, c'è capitan Tempesti che, qualora ce ne fosse bisogno, ribadisce al mondo di essere l'indiscusso numero 1. Mancano 20" all'ultima sirena quando la lotta al centro di Premus si traduce nuovo +3: la finale dista solo 8'. A certificare che di realtà si tratta, e non di sogno, è Perez. Meno di 2' alla fine, schiaffo al pallone dai 2 metri: 9-6. Game over per i serbi, che accorceranno ancora con Udovicic. Per il Settebello, invece, il gioco è appena iniziato.
"Era una partita difficile e lo sapevamo - analizza il Ct Campagna dopo il match - Lo è diventato ancor di più quando la Serbia ha iniziato a metterla sul fisico. Ma noi abbiamo retto, siamo stati straordinari tatticamente e anche fisicamente. Abbiamo raddoppiato sempre su Prlainovic e Filipovic, limitandoli al massimo. E poi siamo stati corali per tutta la partita, eroici nel finale. Non era semplice mantenere la lucidità in una situazione così. Invece sono arrivati i gol importantissimi di Premus e di Perez, oltre alla tripletta di Gallo. Ci siamo conquistati un grande traguardo. Ora guardiamo avanti, devo dire che una finale contro Ratko (Rudic, ndr) la sognavo. E' un grande allenatore, oltre che un grande amico. I croati hanno dichiarato dall'inizio che vogliono vincere l'oro. Beh, noi non vogliamo vincere l'argento".
"Sono contentissimo - racconta Maurizio Felugo, anche oggi faro della Nazionale - Stiamo coltivando un sogno. In questo ultimo triennio siamo sempre arrivati in finale, se si eccettua l'europeo di Eindhoven disputato comunque in una fase particolare. Vuol dire che abbiamo qualità. D'altronde battere di seguito Ungheria e Serbia è pazzesco. Ma se vuoi vincere qualcosa di importante, questo è il cammino. Adesso aspettiamo la Croazia. E non vediamo l'ora!".
"La partita del girone (persa 11-6, ndr) è stata la nostra svolta - aggiunge Christian Presciutti, autore del gol del 7-5 - Abbiamo capito che se giochiamo disuniti non andiamo da nessuna parte. Sulla Croazia posso dire solo una cosa: sarà una battaglia!".
"Siamo stati bravi a tenere mentalmente e fisicamente - chiosa il mancino Valentino Gallo, best scorer con una tripletta - Non è semplice mantenere la freddezza quando si è avanti in una partita così. Arriviamo a questa finale dopo un percorso passato anche per la sconfitta pesante nel girone. Ma ci siamo ritrovati e il fattore più positivo è che giochiamo la nostra pallanuoto".
Il tabellino
Italia-Serbia 9-7
Italia: Tempesti, Perez 1, Gitto, Figlioli, Giorgetti 1, Felugo 2, Giacoppo, Gallo 3, Presciutti 1, Fiorentini, Aicardi, Premus 1, Pastorino. All. Campagna.
Serbia: Soro, Saponjic, Gocic, Vanja Udovicic 3, Mandic, Dusko Pijetlovic, Nikic 1, Aleksic 1, Radjen, Filipovic 1, Prlainovic 1, Mitrovic, Gojko Pijetlovic. All. Dejan Udovicic.
Arbitri: Borrell Sanchez (Esp) e Alexandrescu (Rou).
Delegati Fina: Martyn (Hun) e Sharonov (Rus).
Note: parziali 4-2, 2-2, 2-1, 1-2. Usciti per limite di falli Gocic (S) a 2'36" del terzo tempo, Giacoppo (I) a 6'07" del terzo tempo, Aleksic (S) a 2'58" del quarto tempo e Gitto (I) a 6'53" del quarto tempo. Ammonito per proteste Dejan Udovicic (all. Serbia) per proteste nel terzo tempo. Superiorità numeriche: Italia 5/13, Serbia 7/11. Spettatori 4000 circa.
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Fabio Larosa