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"Piedone a Ostia". Buon compleanno Bud

Pallanuoto
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Venerdì 31 ottobre è il compleanno di Carlo Pedersoli, idolo del nuoto italiano, il primo azzurro ad infrangere il muro del minuto nei 100 stile libero, l'amico delle famiglie italiane che ha fatto sorridere con decine di film, compie 85 anni. Un traguardo importante anche per tutti i suoi fans, grandi e piccoli, sparsi per il mondo. Comprese le ragazze della Nazionale giovanile di pallanuoto che lo hanno invitato al Centro Federale di Ostia in occasione del common training con la Spagna, in programma fino a sabato 1 novembre. Quella di oggi è stata una giornata in piscina tra sorrisi, palombelle e foto ricordo. A ricevere in Grande Bud, il Commissario Tecnico del Setterosa Fabio Conti, il suo vice e tecnico responsabile della giovanile Paolo Zizza, il direttore del Centro Federale di Ostia Giuseppe Castellucci e le sedicenni di Italia e Spagna. "Complimenti ragazze perchè avete la fortuna di poter lavorare in un impianto così moderno, completo e funzionale come il Centro Federale di Ostia", sono state le prime parole di Carlo Pedersoli che ha voluto visitare l'impianto per poi intrattenersi con le azzurre al termine degli allenamenti. "Buon compleanno Bud"! Hanno gridato in coro. Scambio di regali: un pallone autografato dalla squadra e il DVD del film "Più forte ragazzi" con una dedica speciale. "Il film lo vediamo stasera tutti insieme", ha assicurato il CT Fabio Conti. "E' tra i film a cui tengo di più - ha spiegato Pedersoli - e per il quale ho dovuto prendere anche il brevetto di pilota di aereo ed elicottero".      
Carlo Pedersoli, o come preferite Bud Spencer, oggi è un'icona. Ventitrè fan club distribuiti sul territorio nazionale, una corrispondenza che arriva sino a 1500 lettere al mese, magliette che ritraggono il suo nome in giro per il mondo: dalla Russia all'Australia, dalla Germania all'Arabia Saudita. Migliaia di video, libri, cd e dvd in giro per videoteche, librerie e musicherie. Atleta ed attore "di peso" è stato una punta della Nazionale di nuoto e pallanuoto negli anni cinquanta, durante i quali gioca da centroboa con la SS Lazio e nuota i 100 stile libero in 59 secondi e un decimo (1950), restando campione italiano della specialità per dieci anni. Inoltre conquista il titolo italiano anche nei 100 rana e partecipa alle Olimpiadi di Helsinki 1952 e di Melbourne 1956 con entrambe le Nazionali: "... e pensare - gli piace ricordare con un sorriso - che il Settebello ha conquistato l'oro a Roma '48 e Londra '60 senza di me". “Il mio successo - sottolinea Pedersoli - è merito del pubblico che ha avuto subito simpatia per quest’uomo di 120/150 chili; ma è stato lo sport ad insegnarmi i valori della vita, il sacrificio, il rispetto per l’avversario e per le regole, l'amicizia, la solidarietà, il coraggio e la follia del razzismo. Ricordo con nostalgia gli anni da atleta. Viaggi in terza classe per partecipare alle gare, goliardiche cene con i compagni di squadra, episodi simpaticissimi come quando a Napoli, durante una gara di nuoto, franò una tribuna del pubblico e noi atleti ci tuffiamo per salvare le persone e recuperarne i loro effetti personali tra applausi scroscianti: doveva essere una giornata di sport, divenne una giornata memorabile di cronaca cittadina".
Un uomo che, malgrado i suoi impegni cinematografici, non ha mai abbandonato l'universo acquatico. "Ricordo che ai Mondiali di Roma '94, dopo il successo del Settebello, andai negli spogliatoi per estendere i complimenti ai campioni. Gli dissi: "congratulazioni signorine". Tutti mi coprirono di abbracci ma mi chiesero il perché di "signorine". "Beh - gli risposi - noi giocavamo in sette, voi siete quasi il doppio!". Lo sport negli ultimi cinquant'anni è cambiato moltissimo, il nuoto in particolare. Noi eravamo dei pionieri, oggi sono più di 5.000.000 i praticanti in piscina; la diffusione delle scuole nuoto, della cultura dell'acqua e dell'agonismo sono promosse dalla Federazione con professionalità e continuità. La pallanuoto si giocava in sette, le rose erano composte al massimo da nove giocatori, ma già era un'eccezione. Impossibile un paragone con la pallanuoto attuale, con squadre da 20 giocatori, giovanili, televisione, radio. Ai miei tempi - continua Pedersoli - nuotavo uno/due chilometri al giorno, non avevamo nulla, se non un costume, un allenatore col fischietto, una panca e qualche peso in palestra. Oggi abbiamo un palmares di tutto rispetto in ogni disciplina. Dobbiamo essere fieri di ragazzi, dirigenti e tecnici. Una crescita importante, alla quale ho riservato parte della mia vita, e resa possibile dal lavoro della Federazione Italiana Nuoto e del suo Presidente Paolo Barelli che ha posto la città e il Paese al centro dello sport mondiale". "Il mio sogno? - conclude - Che tutti i bambini possano praticare qualsiasi tipo di sport gratuitamente, perché lo sport è vita ed aiuta a crescere in maniera sana e a far emergere tutte le virtù umane”.
Il Presidente Paolo Barelli ammira da sempre l'impegno di Carlo Pedersoli - "uno di famiglia" - e la particolare attenzione che rivolge tutt'oggi al mondo natatorio e alla Federazione Italiana Nuoto. “Bud Spencer è famoso in tutto il mondo ma per noi resterà sempre Carlo Pedersoli - dichiara Barelli - Quel ragazzo che ha infranto il muro dei 60 secondi nei 100 metri stile libero. Laziale come me. Cresciuto nella Società Sportiva Lazio. Azzurro di nuoto e pallanuoto. Nazionale olimpico. Con i suoi film ha fatto sorridere ma anche riflettere intere generazioni. Dai primi anni 2000 si è sempre reso disponibile per promuovere le iniziative federali in veste di testimonial. Una dimostrazione di affetto, di un legame indissolubile con l'universo acquatico. Un esempio per tutti. Tanti auguri Bud!".


LA SCHEDA. Carlo Pedersoli (alias, Bud Spencer) nasce a Napoli il 31 ottobre 1929. E’ un celebre attore italiano, particolarmente noto per i suoi film in coppia con Mario Girotti (alias, Terence Hill) ed un ex-nuotatore, più volte campione italiano a rana e stile libero. Già da piccolo si appassiona a diversi sport e in particolare al nuoto, per il quale dimostra una grande predisposizione. Nel 1937 diventa membro di un club locale di nuoto e vince alcuni premi. Successivamente si trasferisce con la famiglia prima a Roma, dove si distingue come ranista nelle Categorie Giovanili, e poi in Venezuela. Torna in Italia verso la fine degli anni '40, dopo essere stato tesserato dalla S.S. Lazio Nuoto, e diventa campione italiano di nuoto a rana nelle categorie giovanili (1945). Nel frattempo riprende gli studi iscrivendosi nuovamente all'Università di Roma, alla facoltà di Giurisprudenza. Viene anche notato dall'ambiente cinematografico nel quale il suo esordio, quasi casuale, avviene con la grande produzione hollywoodiana “Quo Vadis?”, dove interpreta una guardia dell'impero romano. Contemporaneamente gareggia per i colori italiani alle Olimpiadi di Helsinki 1952. Dopo i Giochi Olimpici, insieme ad altri promettenti atleti, viene invitato alla Yale University e trascorre alcuni mesi negli Stati Uniti. Nel settembre del 1953, nel ruolo di centroboa nella Nazionale Italiana di Pallanuoto, con cinque gol contribuisce alla vittoria dell’Italia contro la Spagna. Alle Olimpiadi di Melbourne del 1956, riesce a ottenere un buon undicesimo posto nei 100 stile libero. E’ il primo italiano ad infrangere la barriera del minuto netto, titolo che deterrà fino alla fine della sua carriera. Nonostante i numerosi impegni, sportivi e non, Carlo consegue la Laurea in Legge. Nel 1958 lascia l’Italia e per un anno lavora a un progetto della Panamericana, la strada che attualmente collega Panama a Buenos Aires. Nel 1959 torna in Patria e si dedica alla composizione di colonne sonore, ottenendo un contratto con la RCA. Nel 1960 sposa Maria Amato, figlia di un grande produttore cinematografico. Riluttante al cinema, continua ad occuparsi di musica fino al 1967, quando prende il via la sua carriera. In quell’ anno Giuseppe Colizzi, suo vecchio amico, gli offre una parte in un film e, dopo qualche esitazione, Carlo accetta. Sul set conosce il suo partner di lavoro, un giovane attore con all’attivo varie pellicole, ma in ruoli secondari e sconosciuto al grande pubblico: è Mario Girotti, suo futuro inseparabile compagno, meglio noto come Terence Hill. Il film “Dio perdona... io no!” è la prima pellicola della coppia, diventata poi nel tempo inossidabile per questo genere di produzioni. Le due star nelle presentazioni in locandina decidono di cambiare i propri nomi, considerati “troppo italiani” per fare colpo a livello internazionale, per rendere più credibili le opere e i personaggi interpretati. Gli pseudonimi che li renderanno celebri sono, rispettivamente, quelli di “Bud Spencer” e di “Terence Hill”. Negli anni seguenti la coppia gira numerosi film assieme, soprattutto del genere spaghetti-western. Parallelamente al cinema, Pedersoli porta avanti le sue passioni fra le quali anche quella del volo: nel 1975 infatti consegue la licenza di pilota di elicottero per l'Italia, la Svizzera e gli Stati Uniti. Da ricordare è anche il suo amore per la musica: nel 1977 scrive alcune canzoni per “Lo chiamavano Bulldozer”, delle quali una viene da lui stesso interpretata durante il film. Negli ultimi anni, Carlo dimostra ampiamente le sue qualità di attore drammatico, dedicandosi anche a film impegnati come il recente “Cantando dietro i paraventi” (2003) di Ermanno Olmi. Da poco ha terminato di girare un film dal titolo "Uccidere è il mio mestiere", una produzione tedesca, dove interpreta il maestro di un assassino completamente cieco. Nel 1979 riceve il premio Jupiter come star più popolare in Germania. Nel 2004 diventa testimonial della Federazione Italiana Nuoto. Nel 2005 il Comune di Civitavecchia gli attribuisce il Caimano d'Oro “per la sua carriera di nuotatore, e per essere rimasto sempre vicino a questo sport anche quando è diventato un attore affermato e conosciuto in tutto il mondo”. Carlo Pedersoli sceglie il suo soprannome "Bud Spencer" in onore del suo idolo, Spencer Tracy, e per la sua birra preferita, la Budweiser.


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Fotoservizio di Paolo Pizzi