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Europei di Zagabria Italia-Ungheria 10-8

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Azzurri in finale come nel 2001. Tripletta di Figlioli. Strepitoso Tempesti che para anche due rigori. Il Ct Campagna: "Ha vinto il gruppo". Felugo: "Più forti del passato". Kemeny: "Successo meritato". Sabato, alle 21, c'è la Croazia

ZAGABRIA
La storia si ripete nove anni dopo, con lo stesso direttore d'orchestra, interpreti giovani e talentuosi e auspichiamo (!) con un finale diverso. L'Italia è in finale ai campionati europei di Zagabria, come a Budapest 2001. Battuti i tre volte campioni olimpici dell'Ungheria 10-8, senza mai stare sotto nel punteggio. Sabato, alle 21, affronterà la Croazia, che nella prima semifinale ha sconfitto la Serbia campione del mondo, argento europeo e bronzo olimpico 10-9. Ma se il successo della squadra di Ratko Rudic è stato determinato dal rigore conquistato da uno straordinario dribbling di Buric ai due metri e trasformato da Boskovic a 5" dalla sirena, il successo degli Azzurri è stato netto, nonostante l'assenza di Felugo, che ha riportato la frattura del quarto metacarpo della mano destra in uno scontro con Schlotterbeck nei quarti di finale.
L'Italia - che nel cammino continentale ha battuto anche i campioni europei del Montenegro e i vice campioni mondiali della Spagna - è stata straordinaria con tutti i suoi interpreti. Da capitan Tempesti - che ha parato due rigori: a 4'23 del primo tempo a Biros sull'1-0 e a 7'53 del terzo tempo a Denes Varga sull'8-6 - ai marcatori che si sono alternati al centro Bertoli, Fiorentini, Giacoppo e Gitto, questi ultimi due peraltro autori di tre gol; dagli attaccanti Luongo, Figlioli, Gallo e Presciutti, tutti a segno, ai centroboa Deserti e Aicardi, abilissimi a creare spazi e gestire la posizione, fino a Pastorino e Felugo, in panchina ad incoraggiare i compagni. Ed è proprio la squadra che ha vinto, che ha respinto le velleità, probabilmente supponenti, dell'Ungheria (12 titoli continentali, nove olimpici, due mondiali), che annovera tra le propria fila fenomeni come gli olimpionici Zoltan Szecsi e Peter Biros, già in vasca a Sydney 2000, Norbert Madaras (da Atene 2004), Norbert Hosnyanszky, Gabor Kis e i fratelli Varga (Pechino 2008) e Marton Szivos.
Per l'Italia, che non batteva l'Ungheria in una manifestazione di prestigio dal 2001 (semifinali europee a Budapest: 8-7, poi perdemmo in finale con la Jugoslavia 8-5; quarti di finale ai Mondiali di Fukuoka: 3-2, poi arrivammo quarti), si tratta di una conferma importante, che indica quanto sia cresciuta la squadra sotto il profilo tattico, tecnico, fisico e mentale e come ora sia la continuità di rendimento, soprattutto attraverso l'esperienza, il prossimo obiettivo da raggiungere. A cominciare da sabato. Gli Azzurri giocheranno la finale alle 21 (gara posticipata di 20' per la diretta televisiva di Hajduk Spalato-Dinamo Zagabria di calcio prevista alle 19), davanti agli stessi 5000 spettatori che hanno sospinto la Croazia al successo nel girone (8-5) e stasera contro la Serbia. Nessuna illusione, ma tanta voglia di giocarsela alla pari. La finale per il bronzo, tra Ungheria e Serbia, inizierà alle 17.45. Alla vigilia del torneo gli scettici lo consideravano già un obiettivo proibitivo, ma l'Italia è ancora più su.
  
LA PARTITA. Una combinazione Gallo-Figlioli porta l'Italia sull'1-0 a 3'52 e accende il match. Sull'azione successiva l'Ungheria conquista la prima superiorità numerica e sugli sviluppi rigore, ma Tempesti para il tiro di Biros a 4'23 e, a 5'27, Presciutti trasforma il nostro primo uomo in più: 2-0. Poi è la traversa a spegnere la seconda superiorità numerica magiara. Parziale perfetto. Difesa ordinata e reattiva, che concede conclusioni dalla distanza e commette fallo quando necessario, attacco cinico. Tra 1'19 e 1'59 del secondo parziale, in superiorità numerica, Daniel Varga accorcia (1/3) e Gallo risponde (2/3). Tempesti è ancora grande su Madaras (sn 1/4), che però lo supera nelle due occasioni seguenti: in superiorità numerica a 4'57 e dal perimetro a 7'05 per il 3-3. L'Italia non accusa l'aggancio e continua a giocare con determinazione. Gallo trasforma la terza superiorità numerica su quattro e segna il 4-3 di metà partita. Siamo avanti di uno, però piovono troppe espulsioni contro gli Azzurri, ben sette contro quattro. A inizio terzo tempo i nostri lasciano mezzo metro a Kis che in beduina firma il 4-4. Si ricomincia. Con attenzione e aggressività. Figlioli segna di potenza dal perimetro a 1'14 e Gitto in superiorità numerica (5/6) due volte per il 6-4 e 7-5 che risponde al terzo gol di Madaras (3/7). A metà tempo l'Italia fallisce due controfughe solitarie con Fiorentini, che si divora il +3, e Giacoppo, che non replica al 7-6 di Hosnyanszky in superiorità numerica (4/8). L'Ungheria però non ne approfitta, fallisce due volte l'uomo in più e subisce l'8-6 di Luongo che trasforma la sesta superiorità numerica su sette per l'8-6. A 7" dalla sirena i magiari hanno un'altra grande opportunità per tornare in scia. Rigore. Ci prova Denes Varga ma Tempesti è insuperabile, come in apertura di quarto tempo quando respinge la deviazione ravvicinata di Daniel Varga. Mancano sei minuti. Siamo avanti di due e siamo ancora noi a far paura e volare sul +3 con Giacoppo per il 7/8 in superiorità numerica a 3'03. L'Ungheria ci prova ancora: Szivos chiude un bel fraseggio per il 9-7 a 5'09, ma Figlioli scrive la parola fine con una palombella folle da sei metri per il  10-7 a 5'33. E' finale, nonostante l'ultimo gol di Szivos.
    
IL COMMENTO DEL CT CAMPAGNA. "Abbiamo disputato un'ottima partita dal punto di vista tattico e mentale. I ragazzi hanno messo in pratica quanto avevamo preparato, giocando con un'altissima percentuale realizzativa l'uomo in più e difendendo con ordine e aggressività. Contro l'Ungheria tre volte campione olimpica ha vinto il gruppo, staff tecnico e giocatori, ha vinto il lavoro, il progetto. Non chiamiamolo miracolo. Dietro ci sono riunioni con le società, con gli allenatori, con lo staff medico e atletico per prevenire infortuni, ottimizzare la condizione fisica e gestire l'emotività, notti a guardare video, mesi di sacrifici coi ragazzi per accrescerli sotto ogni punto di vista. Questa medaglia è un premio per l'intero movimento. Ora c'è da capire come sarà. Con la Croazia giocheremo per vincere. Come sempre. Con la giusta tattica, forza fisica e mentalità. Una partita così, contro la squadra di Ratko Rudic, supportata da 5000 tifosi, vale più di due stagioni regolari di campionato sotto il profilo esperenziale".
 
IL COMMENTO DI MAURIZIO FELUGO. "E' stata una partita eroica, giocata a viso aperto, senza paura, senza guardare la storia, i titoli dell'Ungheria, da parte di una squadra giovane, che continua a crescere e stupire. Mi spiace non aver potuto aiutare i miei compagni, ma sono fiero di essere parte di una Nazionale che ha cambiato decisamente strada rispetto al recente passato. Questa finale segue la medaglia d'oro conquistata dalla Nazionale 1993 agli Europei giovanili. Podi importanti per tornare a pensare in grande".
  
I COMPLIMENTI DEL COACH DELL'UNGHERIA DENES LASZLO KEMENY. "Noi partivamo favoriti. La nostra squadra è più esperta, coesa, ha giocato molte partite di questo livello e vinto tanto negli ultimi anni. Complimenti alla giovane Italia che ha ribaltato il pronostico e meritato di vincere".
  
Italia-Ungheria 10-8
Italia: Tempesti, Luongo 1, Gitto 2, Figlioli 3, Bertoli, Giacoppo 1, Gallo 2, Presciutti 1, Fiorentini, Aicardi, Deserti, Pastorino. All. Campagna.
Ungheria: Szecsi, Torok, Madaras 3, Denes Varga, Bundschuh, Hosnyanszky 1, Vamos, Szivos 2, Daniel Varga 1, Biros, Kis 1, Harai, Nagy. All. Kemeny.
Arbitri: Margeta (Slo) e Buch (Spa).
Note: parziali 2-0, 2-3, 4-3, 2-2. Uscito per limite di falli Denes Varga (U) a 2'45 del quarto tempo. Superiorità numeriche: Italia 7/9, Ungheria 4/11. Tempesti (I) para due rigori: a 4'23 del primo tempo a Biros sull'1-0 e a 7'53 del terzo tempo a Denes Varga sull'8-6. Ammonito Campagna (all. Italia) nel quarto tempo. Nagy (U) sostituisce Szecsi in porta a inizio terzo tempo. Spettatori 1000 circa. In tribuna il Presidente Paolo Barelli. Italia con 12 giocatori a referto a causa dell'infortunio occorso a Felugo (in panchina con la mano destra steccata) contro la Germania.
  
VENERDI' ITALIA-OLANDA FEMMINILE ALLE 17.30. L'ultimo confronto con l'Olanda ha segnato la storia recente della Nazionale di pallanuoto femminile. L'Italia, allenata da Mauro Maugeri, perse nei quarti di finale dei Giochi di Pechino 2008 ai tiri di rigore 13-11 (8-8 regolamentari e supplementari). Le Azzurre non riuscirono a difendere il titolo conquistato ad Atene 2004 - che vinsero proprio le olandesi - e furono estromesse dalle finali per le medaglie. Dopo i Giochi cinesi Maugeri - che aveva conquistato la medaglia d'argento agli Europei di Belgrado, in World League e in Coppa del Mondo nel 2006, e poi si era piazzato al quarto posto agli Europei di Malaga 2008 - lasciò la panchina azzurra per quella dell'Olanda. Da allora l'Italia ha iniziato un processo di ringiovanimento affidato a Roberto Fiori. A Zagabria ci sono solo 4/13 della squadra olimpica: Elisa Casanova, Teresa Frassinetti, Elena Gigli e Federica Rocco.
L'ultimo confronto dell'Italia contro l'Olanda ai campionati europei risale a Lubiana 2003: le Azzurre vinsero in semifinale 7-5 e poi conquistarono la medaglia d'oro battendo l'Ungheria 6-5. L'ultima sconfitta invece risale a Siviglia 1997: l'Italia perse nella fase a gironi 10-8, poi si riscattò in semifinale vincendo 8-7 e conquistò l'oro superando la Russia 6-5.
Mauro Maugeri sfiderà per la prima volta l'Italia da avversario in una manifestazione di prestigio. Recenti tre partite in tornei di preparazione agli Europei: 12-12 il 21 agosto al Quattro Nazioni di Bilbao, 15-6 per l'Olanda il 1° agosto alla Thetis Cup di Tripoli, in Grecia; 9-7 per l'Italia il 14 dicembre 2009 alla Holiday Cup di Newport Beach (Usa).
  
STORIA ITALIANA DEL TERZO/QUARTO POSTO AGLI EUROPEI FEMMINILI. La Nazionale femminile ha conquistato la medaglia di bronzo agli Europei soltanto ad Atene 1991, battendo la Francia 9-5. In quell'occasione era allenata da Roberto Fiori. Poi quattro ori e due argenti. Tre volte, invece, si è piazzata al quarto posto: a Bonn 1989 sconfitta dalla Francia 10-9, a Leeds 1993 e a Malaga 2008 perdendo con l'Ungheria per 8-7 (sconfitta che costò la panchina a Fiori) e 9-6.