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L'Ultima Leggenda del '48

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Con l'addio a Cesare Rubini se ne va il più giovane protagonista dello storico Settebello campione olimpico a Londra. Foto, ricordi e aneddoti sulle gesta di uomini eroici hanno scritto le pagine più belle dello sport azzurro

ROMA
"Sarei potuto andare all'Olimpiade anche come giocatore di basket, ma preferii la pallanuoto perchè in quell'ambiente mi divertivo di più", così raccontava Cesare Rubini anni dopo la scelta di partecipare ai Giochi di Londra '48, prima edizione post bellica in una Europa ancora da ricostruire. Ieri sera ci ha lasciati il più giovane atleta del Settebello d'oro e ultimo rappresentante di un'epoca sportiva fatta di uomini leggendari. Era l'anno di Gino Bartali, che vinse il Tour de France dieci anni dopo la prima vittoria del '38, successo che ebbe tanto clamore da scongiurare lo scoppio di una guerra civile in Italia dopo l'attentato al leader del PCI, Palmiro Togliatti. Gesta eroiche di uomini che hanno scritto pagine indimenticabili dello sport italiano, ridando lustro ad una Nazione distrutta dal conflitto bellico e impegnata in una difficile ricostruzione morale e materiale.
"Con i miei amici napoletani in allenamento attuammo tutti i trucchi possibili (come passare la palla a me e non agli altri, come dirmi 'bravo, bravo!' in ogni occasione), perché mi scegliessero. Così andai a Londra e in società con Bulgarelli comprai settanta casse di liquore Strega, 3000 metri di seta da paracadute, facemmo fare a Como 1500 fazzoletti con la figura del discobolo Consolini e la scritta Olympic Games, mettemmo il tutto in bauli con le etichette del Coni ed in Inghilterra vendemmo la mercanzia a prezzi incredibili: il liquore al ristorante Leone's, la seta a negozi di camiciai, i fazzoletti dove capitava". "Essendo riserva - raccontò ancora - avevo meno pensieri degli altri. Poi durante la prima partita contro la Jugoslavia, il CT Valle mi si avvicinò e mi chiese 'Monacone, te la senti di giocare?'. Certo che me la sentivo, il giorno dopo ero in squdra e non ne uscii più".
 
IL TORNEO OLIMPICO. L'Italia si presentò a Londra con i favori del pronostico, successivi alla vittoria agli Europei di Montecarlo del '47. Rubini, all'epoca venticinquenne, era il più giovane di una rosa dall'età media intorno ai trent'anni: Pasquale Buonocore, Emilio Bulgarelli, Mario Majoni (Capitano), Cesare Rubini, Geminio Ognio, Gianfranco Pandolfini, Aldo Ghira, Gildo Arena, Tullo Pandolfini (Luigi Fabiano, Alfredo Toribolo riserve) i leggendari protagonisti di Londra '48.
L'Italia esordì nella fase eliminatoria il 29 luglio battendo l'Australia per 9-0. Il giorno successivo gli azzurri batterono la Jugoslavia 4-2, ma per un errore dell'arbitro il match fu fatto ripetere e terminò sul 4-4, risultato che non compromise il passaggio alla fase successiva.
L'Italia si qualificò alle semifinali battendo l'Ungheria 4-3 e, al girone finale, superando l'Egitto 5-1 e la Francia 5-2. La vittoria olimpica arrivò davanti a 10000 spettatori a Wembley, con i successi sul Belgio e sull'Olanda entrambi per 4-2.
Furono le Olimpiadi della "beduina" di Gildo Arena, il più fantasioso e brillante giocatore del torneo; delle prodezze di Aldo Ghira, giocatore dalla classe cristallina che guadagnava "tiri liberi" per la quantita di falli che subiva; delle parate decisive di Pasquale Buonocore, soprannominato "Cortina di Ferro" e della matricola terribile Cesare Rubini, il più eclettico degli azzurri che con scaltrezza e consumata abilità agonistica riuscì a dare una spinta decisiva verso la vittoria finale.
 
LE ONORIFICENZE. Rientrati in Italia da eroi gli azzurri ricevettero un premio dal Coni di 160 mila lire. Il 17 ottobre gli olimpionici vennero ricevuti al Viminale dall'allora Presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, accompagnato dal Sottosegretario Giulio Andreotti e premiati con le medaglie d'oro dal peso di 39 grammi fatte coniare appositamente dal Coni. Quindi traferimento al Quirinale, ricevuti dal Presidente della Repubblica Luigi Enaudi. Infine a pranzo dove Giovanni Tappella, allora Presidente della Federnuoto, consegnò un distintivo d'oro della Fin. 
 
LA GALLERY
 


Ricevimento al quirinale per i campioni olimpici di Londra '48
 

I capitani Doerner e Majoni prima di Italia-Australia
 

Una fase di gioco di Italia-Ungheria 4-3
 

Il podio di Londra 1948
 

L'ultima partita, Italia-Olanda 4-2