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Mondiali fem. Alessia Ferrari: "Oh belin! Arbitro la finale"

Pallanuoto
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La nostra medaglia d'oro della pallanuoto ha il volto fiero e sorridente di Alessia Ferrari che, dopo la finale del campionato europeo femminile, è stata designata per quella iridata tra Spagna e Olanda.
Genovese, 36 anni, è soprannominata microcip e non perché sia laureata in ingegneria, peraltro navale da buona genovese, ma perché micro identifica la sua statura e cip il suo animale preferito, lo scoiattolo.
Ha giocato a pallanuoto nel Bogliasco, con un passaggio nel nuoto sincronizzato (ancora non si chiamava artistico); tifosa del Genoa (e non poco), dall'aprile del 2019, Ferrari è anche ambasciatrice della sua amatissima Genova nel mondo.
Appassionata di fotografia, di viaggi con l'Andalusia nel cuore, di trofie al pesto, l'arbitro ligure è un concentrato di determinazione e serietà che l'hanno portata, dall'esordio in serie A1 avvenuto nel novembre 2017, a dirigere la finale del campionato mondiale attraverso esperienze di altissimo livello in Italia e nelle coppe: autorevole e giusta tra i giganti.
Complimenti Alessia, adesso raccontaci un po' di te, a poche ore dal fischio di inizio.

Qual é il tuo stato d’animo, emozioni?
"Sono elettrizzata, felice, emozionata e determinata a fare bene"

Se ripensi a quando hai iniziato avresti mai immaginato di arrivare ad arbitrare una finale dei mondiali?
"No! Ovvio. All'epoca era un sogno nel cassetto, ma da lì ad arrivarci la strada è lunga e tortuosa e non è nemmeno detto che ci si arrivi"

Qual é stata la prima cosa che hai pensato quando hai saputo della designazione e chi te lo ha detto oppure come hai saputo?
"Ho saputo dalle designazioni ufficiali dal collega ungherese seduto accanto a me in tribuna che le ha ricevute sul telefono. Il mio ero tranquillamente nella borsa. La prima cosa che ho pensato è stata: oh belin! E ho iniziato a sorridere. La seconda è stata che sarei stata ugualmente felice per una finale per il terzo posto se l'Italia avesse raggiunto la finalissima. Avrebbe voluto dire che la nazionale aveva già staccato il biglietto per ritornare alle olimpiadi. A proposito, complimenti a tutti: medaglia meritata e piena di significato".

Step by step, qual é il prossimo obiettivo?
"Diventare affidabile su qualunque partita maschile e femminile in Italia ed all'estero"

Una finale si prepara in maniera diversa rispetto alle altre partite?
"Personalmente preparo la partita come le altre, cercando qualche video di partite recenti e guardando minuziosamente i dettagli dei movimenti delle giocatrici"

Sei scaramentica, hai dei rituali prima dei match?
"Sono molto scaramantica. Ad esempio se inizio una competizione con un paio di orecchini e la prima partita va bene, metto sempre quelli quando arbitro. Il mio rituale dopo la presentazione, subito prima del fischio d'inizio, è passare gli anelli regalati da mie amiche carissime da una mano all'altra"

Hai paura di sbagliare? Come affronti i momenti di difficoltà, ed eventuale confusione durante la partita?
"No, nessuna paura. In passato avevo paura di sbagliare, ora sono consapevole di poter sempre commettere errori, ma il mio obiettivo è commetterne il meno possibile. Cerco di rimanere distaccata, fredda e lucida per individuare la soluzione migliore nei momenti di difficoltà"

Com’é il tuo rapporto con le panchine? E con i giocatori? A volte giganti rispetto a te.
"C'è il massimo rispetto per tutti in panchina e ad oggi ho ottenuto in risposta la stessa cosa. Alcuni giocatori effettivamente sono dei giganti rispetto a me, ma forse per la mia dimensione, sono i primi a rispettarmi come io rispetto loro"

Com’é vivere da arbitro di prestigio il ruolo di donna in un ambiente prevalentemente maschile?
"Onestamente io in questo mondiale non mi sono mai sentita "donna arbitro", ma solo "arbitro". Siamo un gruppo affiatato di persone con la stessa passione, la pallanuoto, provenienze ed esperienze diverse, ma il gruppo e lo stare bene insieme fanno sì che ognuno si senta al meglio sempre".

Hai una dedica particolare o pensiero da destinare?
"A papà che mi sopporta e supporta sempre; a mamma che sono sicura dal cielo mi guarda in attesa del mio primo fischio. A tutto il meraviglioso gruppo di arbitri di questo mondiale: ci siamo divertiti e supportati a vicenda al meglio. A tutto il gruppo ufficiali gara italiano, un abbraccio in più a quello ligure che mi coccola da sempre, sperando di aver rappresentato al meglio tutti loro. Un pensiero particolare al mio collega di avventure Raffaele Colombo, che strameritatamente fischierà la finale per il bronzo: compagno di viaggio perfetto fin dal momento della designazione, ci siamo supportati e sopportati a vicenda sempre con il sorriso e se sono arrivata a questa partita è anche merito dei suoi consigli quotidiani".

Foto di Giorgio Scala - DBM
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