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Pallanuoto in lutto Si è spento Enzo D'Angelo

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Dopo una lunga malattia è scomparso nella notte uno dei centroboa più forti della storia. Argento olimpico a Montreal '76, da tecnico federale ha vinto le Universiadi nel '97. Il ricordo del Presidente Barelli e di De Magistris

ROMA
Nella notte, dopo una lunga battaglia, Enzo D'Angelo ci ha lasciati. Era a Parigi per continuare a lottare. Nato a Bacoli (Napoli) il 22 gennaio 1951. Vincenzo D'Angelo è ricordato come uno dei centroboa più forti della storia italiana. Lega la sua carriera a due squadre: la RN Napoli e la Canottieri Napoli con cui conquista quattro scudetti e una coppa dei campioni. In Nazionale sin da juniores, partecipa a tre edizioni olimpiche ('76, '80, '84) vincendo la medaglia d'argento a Montreal 1976; conquista, inoltre, il bronzo ai Mondiali di Cali 1975 dopo l'esperienza iridata di Belgrado 1973.
Chiusa la carriera da giocatore nel 1985, intraprende quella da allenatore e, dopo una breve esperienza nel Vomero in A2, passa nel 1989 alla Canottieri Napoli che guida allo scudetto del 1990. Ha allenato anche la Pro Recco, la Sp Energia Siciliana Catania e la Fiorentina. Attualmente era il responsabile tecnico dello Sporting Club Flegreo. Già tecnico federale, nel 1997 ha vinto con la Nazionale l'oro alle Universiadi di Palermo.

 
Il Presidente della Federazione Italiana Nuoto, Paolo Barelli, i Vice Presidenti Paolo Colica, Salvatore Montella e Lorenzo Ravina, il Segretario Generale Antonello Panza, il consiglio federale e il tutto il mondo della pallanuoto partecipano commossi al dolore della famiglia.
  
 Il ricordo del Presidente Paolo Barelli
"La Federazione Italiana Nuoto vive commossa queste ore e abbraccia la famiglia e l'intero movimento che osserverà un minuto di raccoglimento in memoria dell'amico e campione Enzo, stasera, sabato e domenica su tutti i campi di gara. Io ed Enzo siamo quasi coetanei, ci legano tanti ricordi in Nazionale, come il nostro primo mondiale, a Belgrado nel '73, dove io partecipai alla finale con la staffetta veloce, mentre il Settebello giunse ai piedi del podio; così come la medaglia di bronzo che conquistammo insieme nell'edizione successiva di Cali nel 1975, io con la 4x100 stile libero, la pallanuoto trascinata anche dai suoi gol. Infine la mia ultima Olimpiade a Montreal nel '76 che coincideva con la sua prima, subito sugellata da quello che resterà il suo più grande successo: l'argento che diede il via alla rinascita del Settebello poi Campione del Mondo a Berlino due anni più tardi. La nostra attività sportiva è stata a lungo parallela, fino ad incrociarsi nel 1997 quando io ero vice presidente federale e lui guidava la Nazionale universitaria che vinse l'edizione di Palermo. Perdiamo un atleta, un tecnico, un amico di grande carisma e umanità, un uomo che amava il suo lavoro, un personaggio a cui sono legate pagine storiche della pallanuoto italiana".
  
Il ricordo di Gianni De Magistris, capitano della Nazionale con cui D'Angelo aveva vinto l'argento olimpico nel '76 a Montreal e con il quale ha chiuso l'esperienza da tecnico nella Fiorentina lo scorso anno.
"Enzo era un vero amico, un vero compagno di squadra. Ci siamo conosciuti sin dai tempi delle giovanili di nuoto, eravamo avversari nei 1500 stile libero, poi seguirono le finali del campionato allievi negli anni '60. Di lì le grandi sfide in campionato e le innumerevoli partite in Nazionale, sugellate dal bellissimo argento a Montreal dove disputammo una grande Olimpiade con lui che da centroboa mi forniva sempre gli assist giusti. Dotato di un gran fisico, aveva anche un'ottima tecnica. Era un giocatore completo. Da tecnico aveva grandi capacità, sapeva far gruppo, plasmare con carisma e professionalità. Purtroppo lo scorso anno, nonostante il grande lavoro con i ragazzi, la retrocessione con la Fiorentina gli aveva dato l'ultimo dispiacere che non meritava. Malgrado ciò, siamo rimasti in contatto fino al mese scorso in cui abbiamo parlato spesso di progetti tecnici futuri. Mi mancherà, mancherà a tutta la pallanuoto; era una persona, un amico a cui non si poteva che voler bene, un atleta che sarà ricordato sempre come esempio".