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Settebello a Padova Italia-Croazia 9-10

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Nell'amichevole di lusso si impongo i campioni continentali con una magia di Sukno nel finale. Il collegiale termina il 30, poi dal 3 gennaio torneo a Budapest. Il commento del Cittì Campagna

PADOVA
E' stata partita vera. A Padova in scena un parterre de roi: i campioni del mondo azzurri contro i campioni europei della Croazia. L'hanno spuntata i biancorossi del maestro Ratko Rudic abili a sfruttare al meglio le occasioni concesse e a capitalizzare con il fuoriclasse recchelino Sandro Sukno le azioni offensive (quattro gol dell'attacante con una palomba pregevole nel finale che ha chiuso il match ndr).
"E' stata una partita vera sul piano fisico e abbiamo reagito bene - il commento del Cittì Campagna - dobbiamo abituarci a queste partite; non siamo partiti bene nei primi due tempi, siamo andati due volte sotto e abbiamo recuperato da campioni; poi c'è mancata lucidità nel finale con due gol in superiorità falliti davanti al portiere che potevano regalarci il pareggio. Ottima partita come intensità soprattutto a livello mentale, e questo ci da la dimensione della pallanuoto internazionale e le motivazioni per restare a questi livelli". Il Settebello resterà in common training con la Croazia fino al 30 dicembre. Poi lo sciogliete le righe fino al 3 gennaio giorno della partenza per Budapest dove gli azzurri disputeranno un quadrangolare con Ungheria, Canada e Germania fino all'8 gennaio.
 
LA CRONACA. Partono subito forte gli azzurri che sfruttano la prima superiorità numerica con capitan Felugo che va in gol dal perimetro. Poi c'è molta Croazia che prima pareggia con il recchelino Sandro Sukno su rigore e poi sfrutta la seconda superiorità con capitan Barac abile ad insaccare dai 5 metri. Il secondo tempo vede gli iridati azzurri partire di slancio con le reti di Giacoppo e Presciutti in uomo in più che danno il secondo vantaggio sul 3-2. Reagisce la Croazia che sfrutta la propria fisicità e impone prima il pareggio con Barac e poi il doppio vantaggio con Doboud dal centro e Buslje da fuori. Mancano ancora due minuti ed è Presciutti che traforma la seconda superiorità, prima del gol di Jokovic che chiude il parziale 4-6. Il terzo quarto è un monologo azzurro che dilagano con la tripletta di Gallo (uno su rigore) e il rigore di Giorgetti per il 4-2 finale che impatta il match sull'8-8 e rimanda tutto all'ultimo tempo. Putroppo è Doboud che da sotto porta avanti i suoi, doppiato da una splendida palomba del fuoriclasse Sukno che strappa gli applausi dello sportivissimo pubblico patavino. L'Italia ha ancora energia per reagire e sbaglia due facili superiorità con Presciutti e Aicardi, con quest'ultimo che si fa perdonare segnando il 9-10 che chiude l'incontro.
  
Il tabellino Italia-Croazia 9-10
Italia: Pastorino, Perez, Gitto, Giacoppo 1, Giorgetti 1 (rig.), Felugo (c) 1, Figari, Gallo 3 (1 rig.), Presciutti 2, D. Fiorentini, Aicardi 1, Deserti, Negri, Rizzo, F. Lapenna, S. Luongo. All. Campagna.
Croazia: Pavic, Buric, Setka, Dobud 2, Jokovic 1, Muslim, Karac, Buslje 1, Sukno 4 (1 rig.), Barac (c) 2, Paskvalin, Markovic, Buljbasic, Krapic, Bijac. All. Rudic.
Arbitri: L. Bianco e Saeli
Note: parziali 1-2, 3-4, 4-2, 1-2. Usciti per limite di falli: nel quarto tempo Gitto e Deserti (I) Setka (C). Superiorità numeriche: Italia 4/9 + 2 rig., Croazia 4/9 +2 rig.. Spett. 800 circa.
 
CAMPAGNA, ATTOLICO, POMILIO E RUDIC: 10 ANNI INSIEME. A Ratko Rudic è legato il periodo più vincente della storia della Nazionale italiana di pallanuoto. Rudic da giocatore conquistò la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Mosca con la Jugoslavia, nel 1980, per poi diventarne allenatore e vincere i titoli olimpici nel 1984 a Los Angeles e nel 1988 a Seul. Nel 1990 arrivò sulla panchina italiana che portò al grande slam coi successo ai Giochi di Barcellona 1992, ai Mondiali di Roma 1994 e agli Europei di Sheffield 1993 e Vienna 1995; seguirono le medaglie di bronzo alle Olimpiadi di Atlanta 1996 e agli Europei di Firenze 1999, fino all'eliminazione nei quarti di finale delle Olimpiadi di Sydney contro l'Ungheria, poi vincitrice di tre edizioni consecutive, che concluse la decade di successi della pallanuoto italiana. Terminata l'esperienza italiana, Rudic è stato ingaggiato dagli Stati Uniti che hanno raccolto i frutti del suo lavoro con l'argento olimpico conquistato a Pechino 2008. Intanto era tornato in Croazia, con cui ha conquistato l'oro e i bronzi iridati a Melbourne 2007, Roma 2009 e Shanghai 2011 e l'oro europeo a Zagabria 2010. Tra i pilastri della squadra che realizzò il grande slam vi erano il portiere Francesco Attolico, l'universale Alessandro Campagna e il mancino Amedeo Pomilio, attualmente team manager, allenatore e secondo della Nazionale. Allievi che ha reso grandi campioni e tecnici. Campagna, che ha giocato 409 partite con la Nazionale, è diventato il secondo di Ratko Rudic nella stagione 1996-97; tra il 1998 e il 2000 ha poi allenato la Nazionale juniores conquistando la medaglia d’oro ai Mondiali, l’argento e il bronzo agli Europei e l’argento alle Universiadi. Nel dicembre 2000 è stato promosso alla guida del Setebello con il quale nel 2001 ha vinto le medaglie d'argento agli Europei di Budapest e ai Giochi del Mediteraneo di Tunisi. Dal 2003 al 2008 è stato allenatore della Grecia con la quale ha conquisato la medaglia di bronzo ai Mondiali di Montreal 2005. Nominato Commissario Tecnico della Nazionale il 17 novembre 2008, Campagna ha portato il Settebello al bronzo ai Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009, agli argenti degli Europei di Zagabria 2010 e della World League di Firenze 2011 e all'oro ai Mondiali di Shanghai 2011.





Valerio Salvati
Nostro Inviato