Dietro la parola talento si indicano spesso le doti naturali che uno sportivo possiede alla nascita e che gli permettono di eccellere. Una definizione semplicistica, che non tiene conto di una molteplicità di fattori che determinano il talento stesso e che sono stati sviscerati in “Storie di Talenti”, un convegno organizzato all’Università Tor Vergata di Roma da Giovanni Melchiorri, medico e docente dello stesso ateneo, nonché coordinatore scientifico del settore pallanuoto e medico federale.
Melchiorri cura la salute degli azzurri e pianifica insieme a Sandro Campagna e al preparatore Alessandro Amato il percorso per far rendere al meglio gli atleti della nazionale. Ospiti d'onore il campione del mondo di calcio Simone Perrotta, l’ex capitano dell’Italbasket Marco Mordente e il pallavolista oro mondiale ed europeo Samuele Papi. Due ore emozionanti, colme di esempi di sport. In tal senso il prof. Schillaci, preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Tor Vergata, ha portato come esempio Manuel Bortuzzo, promessa del nuoto italiano rimasto paralizzato da un colpo di arma da fuoco: un esempio di coraggio e di voglia di lottare per la vita, di reagire ad ogni sconfitta. Perseveranza è la parola chiave dell'intevento di Campagna che ricorda le notti insonni dopo l’errore commesso a 2 decimi dalla fine dell’ottavo supplementare contro la Jugoslavia nella magnifica finale mondiale del 1986. Non c’è consolazione nei dati: 5 reti e partita giocata praticamente per intero. C’è solo una profonda apatia, che viene finalmente sconfitta ripescando dalla memoria l’esempio del proprio mentore, Romolo Parodi: siamo nel 1980, Campagna è un diciassettenne di belle speranze convocato per un raduno della nazionale, da dove viene però scartato. Tornato a casa, a Siracusa, racconta tutto a Romolo, che espone la soluzione senza battere ciglio: “se non ti hanno preso significa che ci sono 13 ragazzi più bravi di te. Da domattina ti aspetto in piscina alle 6.30 per un allenamento quotidiano supplementare: lavorando di più meriterai di essere come quei ragazzi, alla prossima occasione”. Questo esempio rimbalza come un riflesso condizionato nella memoria dell’attuale c.t. del Settebello che 6 anni dopo, in un contesto simile, ma con una preparazione fisica e psicologica che lo esenta da errori legati alla fatica, conquisterà la medaglia olimpica di Barcellona.