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Pallanuoto: Enzo D'Angelo. Il ricordo della RN Napoli

Pallanuoto

La tragica notizia era nell’aria, ce l’attendevamo tutti, qui alla Rari, da un momento all’altro, ma quando essa è giunta siamo rimasti increduli, mentre il nostro gagliardetto, sul pennone, scendeva mestamente a mezz’asta, per ricordare il grande atleta – e il grande uomo – che mosse i primi passi nel mondo della pallanuoto sugli scogli di Santa Lucia.
Enzo era nato a Pozzuoli, ed aveva passato la sua infanzia, arrostito dal sole di Baia, nella scia e nel mito di Giulio Travaglio, il mitico vincitore di tante Capri-Napoli. Fattosi ragazzetto, ed adocchiato da tecnici lungimiranti, era approdato alla Rari, dove ben presto si conquistò l’affetto e la simpatia di tutti, divenendo, a tutti gli effetti, lo “scugnizzo della pallanuoto italiana”.
Abbinava le doti di ottimo nuotatore, con un’acquaticità che ricordava quella del grande Fritz Dennerlein, all’estro innato e alla visione di gioco che ne avrebbero fatto, nel giro di pochi anni, uno dei più forti attaccanti della pallanuoto mondiale di sempre.
Dopo aver vinto titoli italiani allievi e juniores con la Rari (con i fratelli Marsili, Mastrogiovanni, Ettore Chiosi, Recano), le esigenze della vita e la necessità di un’occupazione lavorativa stabile lo portarono ai “cugini” della Canottieri, dove si è realizzato compiutamente come atleta, come uomo e come tecnico. Fatto strano, non abbiamo mai considerato un “tradimento” il passaggio di Enzo agli “odiati cugini”, ma è sempre rimasto con lui un rapporto di autentica e salda amicizia: Enzo è sempre stato, e lo sarà sempre, biancoceleste per l’eternità. Ciao, “chiattone”, oggi siamo tutti più soli…