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Delusi dai mondiali? Ci vuole cultura sportiva!

Federazione
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Riportiamo l'articolo di Novella Calligaris pubblicato oggi dal quotidiano online L'Huffington Post. Giornalista, ex azzurra, campionessa e primatista del mondo degli 800 stile libero a Belgrado 1973, è stata la prima atleta italiana a vincere una medaglia olimpica nel nuoto (argento nei 400 stile libero e bronzo negli 800 stile libero e nei 400 misti a Monaco 1972). 

 

Siamo delusi dai recenti mondiali? Non ci sto. Ci vuole cultura sportiva! 

 

Il problema dello sport è uno ed uno solo e si chiama cultura sportiva, che passa attraverso una costituzione che sancisca il diritto allo sport e da una scuola che ne prenda atto, facendone uno strumento di crescita per i giovani.

 

Ottima la mossa del neo presidente del Coni di mettere nel cda del Coni il direttore generale del Miur. Non per quote rosa, ma per aprire un varco al vertice ed arrivare alla base. Siamo delusi dai recenti mondiali? Non ci sto. Non trovo che cinque medaglie in acqua e una in pista siano così disastrose primo per rispetto a chi le ha vinte, secondo perché - cari signori critici o tifosi - stiamo parlando di mondiali a cui partecipano più di 200 paesi e qualcuno si permette di dire "solo quarto!", o peggio "nemmeno un oro"? Beh, sarei orgogliosa di poter annoverare i nostri connazionali in simili posizioni nei rispettivi campi professionali!

 

Dobbiamo poi ricordarci che i campioni non si sfornano come il pane e che per una Pellegrini che arriva un milione rimangono al palo! Poi, se vogliamo andare a fondo, analizziamo bene il sistema sport: club, allenatori, atleti e scuola al momento non in charge purtroppo.

 

Per i club ci sono varie categorie, alcuni sono animati da volontari, appassionati, mecenati o business man, soffermiamoci allora su quest'ultima: quanto spazio acqua palestra o campi viene dedicato alla ricerca di talenti stile accademia Sanchez Casal nel tennis? Quali strutture, quali misure vengono messe appunto per offrire le migliori condizioni per la crescita di giovani?

 

Allenatori categoria per popolo italico non codificata se non per il calcio da cui lo sport prende le cattive abitudini e non le poche virtù ! Un allenatore di nuoto, ad esempio, o di atletica è costretto a fare dieci lavori insieme. Ha contratti, se gli va di lusso, da libero professionista senza contributi ma un impegno scandito da calendari agonistici che non conoscono feste comandate o meno, ferie ne' orari ( si va dalle 5 del mattino alle 10 di sera ), niente contributi, niente liquidazione o pensione.

 

Allora come pensiamo di poter far crescere campioni senza riconoscere il ruolo a chi li deve trovare ed allevare prima che allenare? E poi, se un'altra nazione ci ruba un tecnico pagandolo il giusto in proporzione ai risultati ottenuti ( leggasi Cerioni nella scherma ) urliamo allo scandalo, al tradimento!

 

Passiamo agli atleti: sin da adolescenti impegno ed orario che nessun sindacato permetterebbe e, attenzione chi guadagna, è una mosca rara, "uno su mille ce la fa" recitava Gianni Morandi, io aggiungo "oggi uno su un milione o quasi".

 

E chi mostra un minimo di attitudine, classe o talento spesso viene tolto dalla scuola per aver più ore da dedicare allo sport, una vera e propria bestialità perché sport e scuola vanno di pari passo, sono sinergiche come ha dimostrato il salvatore dell'orgoglio del maschio italiano nell'acqua clorata Greg Paltrinieri: maturità e podio mondiali in un mese!

 

Allora, converrete con me, applaudiamo i nostri atleti e diamo ai giovani a quelli di domani almeno pari opportunità rispetto al resto d'Europa. Cambiamo registro, torniamo a pensare mens sana in corpore sano e meno ignoranza nel senso letterale della parola, ovvero cultura in senso lato. Anche sportiva. La parola o la palla alla scuola, prendendo la mano tesa offerta da chi governa lo sport.

 

Novella Calligaris