La lotta al coronavirus, che tanto ha penalizzato e continua a penalizzare l'attività sportiva in Italia, ha prodotto, con l'ultima normativa, ulteriori dubbi e perplessità sull'utilizzo della Certificazione Verde negli impianti natatori. Utenti e gestori hanno rivolto alla Federazione Italiana Nuoto diversi quesiti in merito all'applicazione del D.L. 31 luglio 2021 n.105, integrante il D.L 22 aprile 2021 n.52, con oggetto l'accesso a “piscine, centri sportivi, palestre, sport di squadra, centri benessere, limitatamente alle attività al chiuso” che, dal 6 agosto 2021 in zona bianca, è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di Certificazione Verde COVID 19.
QUESITI RICORRENTI
Le società affiliate e i gestori di impianti sportivi comprensivi di piscine e palestre hanno rivolto alla FIN numerosi quesiti in materia.
I più ricorrenti:
1) Per quanto riguarda gli impianti all'aperto:
I) Se la Certificazione Verde sia obbligatoria per il transito, attraverso aree comuni (reception, hall, corridoi), necessario per raggiungere gli spazi all’aperto nei quali svolgere l’attività.
II) Se la Certificazione Verde sia obbligatoria per l'utilizzo di spogliatoi e docce da parte dei praticanti l'attività.
2) Per quanto riguarda gli impianti al chiuso, ferma restando l'obbligatorietà della Certificazione Verde per i praticanti l'attività di età superiore ai 12 anni:
I) Se tale Certificazione sia necessaria anche per gli accompagnatori dei minori di 12 anni e dei disabili che, dopo averli assistiti e preparati, abbandonano l’impianto sportivo senza praticare alcuna attività od usufruire di alcun servizio.
II) Se tale Certificazione sia necessaria anche per il personale che assiste l'attività sportiva (segreteria al ricevimento, istruttori, assistenti bagnanti, personale di supporto negli spogliatoi e docce, addetti alle pulizie).
III) Se tale Certificazione sia necessaria per chi accede all’impianto sportivo esclusivamente per recarsi nell’area bar/ristoro con l’intento di effettuare consumazioni al banco.
IV) Se tale Certificazione sia necessaria per chi accede all’impianto sportivo esclusivamente per ottenere informazioni o effettuare iscrizioni presso la segreteria.
Al fine di chiarire ogni dubbio, la FIN si è rivolta, proponendo i citati quesiti, alla Sottosegretaria di Sato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport Valentina Vezzali. La FIN, inoltre, ha segnalato la necessità, in considerazione della previsione della Certificazione Verde per l’accesso in piscina per tutti gli utenti di età superiore ai 12 anni, del numero dei vaccinati e del quadro epidemiologico attuale, di poter equiparare l’indice massimo di affollamento delle piscine, a quanto previsto dalle “Linee Guida per l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere” per le attività a secco, in 5 metri quadri per partecipante, considerando anche la nota azione protettiva e di sanificazione esercitata dal cloro presente in piscina sul SARS-CoV2.
In data 2 settembre 2021 il Capo Dipartimento per lo Sport Dott. Michele Sciscioli ha rapidamente ed efficacemente risposto in maniera sintetica e chiara sulla non obbligatorietà della Certificazione Verde nelle circostanze richiamate dai quesiti, rinviando per quanto riguarda l’indice di affollamento delle piscine al necessario preventivo parere del CTS.
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE BARELLI
“I solleciti ed esaustivi chiarimenti comunicati dal Dipartimento Sport in merito ai quesiti sottoposti esplicitano obblighi e doveri in materia per le società affiliate, la nostra forza, e per i gestori di impianti. Le Linee Guida previste dalle Autorità competenti e dalla Federazione nuoto risultano così più comprensibili e meglio applicabili. I chiarimenti penso che risulteranno della massima utilità anche per tutti gli utenti e gestori di ogni impianto sportivo, non solo natatorio.
Per quanto riguarda il settore degli sport acquatici, tra i molti drammatici problemi che abbiamo dovuto fronteggiare con la pandemia in tutte le società sportive delle nostre discipline olimpiche e non solo, rimane urgente, come sottolineato al Dipartimento Sport, quello del cosiddetto affollamento in piscina, chiedendo l'equiparazione degli spazi con quelli riconosciuti protettivi per la salute negli sport a secco. Mi auguro che la questione, di competenza del CTS, possa, anche con l'aiuto del Dipartimento Sport, essere risolta quanto prima, insieme con tutte le altre, molte, troppe questioni che la pandemia ha proposto e che ancora non sono state affrontate con i provvedimenti indispensabili alla sopravvivenza del settore”.