Il Consigliere federale, nonché Presidente della Larus Nuoto del campione mondiale Magnini, analizza il momento del movimento natatorio nazionale
ROMA
Segue l'approfondimento del Consigliere federale, nonché Presidente della Larus Nuoto del due volte campione mondiale dei 100 stile libero Filippo Magnini, Cosimo D'Ambrosio, sul momento del movimento natatorio nazionale pubblicato dal mensile "Sport Club" con il titolo "Il nuoto italiano e la sua rinascita".
Olimpiadi Sidney 2000, inizio della grande ascesa, vittorie su vittorie... inaspettate! Nel nuoto iniziamo ad essere menzionati come "GRANDI" dai principali Paesi di tutto il mondo.
L'Italia grazie a Rosolino, Fioravanti, Rummolo ed altri notevoli atleti inizia ad essere una concorrente da battere, da imitare, da copiare. La nostra Federazione ci crede. A settembre del 2000 cambiano i dirigenti in una nuova elezione. Lo Staff neofita, che vede Presidente Paolo Barelli, parte con una marcia innescata già alta, vuole fare, vuole recuperare il tempo perduto, vuole migliorare: c'è decisione.
Barelli, ex nuotatore di alto livello, sa cosa vuol dire emergere e vuole appoggiare appieno il nuoto Italiano, e lo fa.
Si circonda di professionisti che anche loro credono in questa vera e propria missione, ed è in questo gruppo che ho il piacere di essere inserito anche io, Cosimo D'Ambrosio, Presidente della Larus Nuoto e promotore di questa attività così bella e appassionante da seguire.
Posso anche asserire che grazie a questi grandi risultati e all'appoggio della Federazione il nuoto non è più soltanto uno sport consigliato dai pediatri per una crescita più sinuosa, ma è diventato una attività agognata da un gran numero di ragazzi, pronti e speranzosi di raggiungere il successo.
E' così che la scuola nuoto cresce, e così crescono anche gli impianti privati sempre più numerosi e ben progettati. Manca solo un aiuto mediatico che riesca a far divenire famosi anche gli sport meno importanti e seguiti. Non è facile portare avanti un progetto tanto maestoso e dispendioso come i Mondiali del 2009. Non può, e ribadisco non può, essere portato avanti senza l'aiuto e l'apporto di un buon lavoro mediatico. Pur non facendo parte del Comitato Organizzatore del Mondiale mi permetto di fare un appunto supportato da un buon disinteressato consiglio "Lavorate bene sulla comunicazione". Vorrei ricordare e far presente che il Rugby con un buon lavoro informativo, è diventato tra gli interessi più ambiti dai giovani; uno sport, si di squadra, e quindi affascinante da seguire, ma privo di risultati idonei.
E il nuoto? Anche lui deve essere pubblicizzato, ma non dagli atleti stessi o dalle loro singole immagini, ma da specifici settori preposti. Il nuotatore deve pensare ad allenarsi ed "altri" devono pensare a lavorare sulla diffusione, trasmissione e divulgazione dello sport e degli eventi in programma presenti e futuri.
Nel mio piccolo, gestisco i miei campioni come fossero star del cinema, con tutti i supporti in mio possesso dando spazio a un buon livello di comunicazione e il risultato è verificabile in qualsiasi mio impianto sportivo dove ogni "cucciolo nuotatore" immagina di allenarsi e di inseguire il suo idolo di riferimento... Per non parlare delle sponsorizzazioni!
Punto assai dolente. Le grandi aziende che hanno sempre dei fondi dedicati alla promozione del loro marchio non danno certamente appoggio a sport poco seguiti e poco pubblicizzati.
A gran fatica, come presidente della Larus Nuoto, sono riuscito ad avere delle sponsorizzazioni che mi hanno permesso di mantenere e raggiungere ulteriori risultati agonistici; perché si, è bello, invogliante, stimolante, eccitante avere grandi campioni, ma portarli avanti... che fatica!
Giustamente hanno bisogno di molte attenzioni e necessità, che gravano anche e soprattutto a livello economico sulla società che non può e non vuole essere sola nel proprio impegno. Una Federazione più presente in aiuto di società che si sono lanciate in vincoli così gravosi deve essere il risultato e la giusta conclusione di una alleanza con sicuri interessi comuni. La FIN ha iniziato con il conferire contributi ad alto livello ma... suvvia! che non si arresti! Ciò non deve essere altro che l'inizio di un grande movimento che nella ricerca professionale tecnica sviluppi tanti nuovi campioni.