Il capitano vince in 48"77 e torna sul trono d'Europa dopo sei anni. Determinante la seconda vasca in 25" che lo proietta dal settimo al primo posto. Per l'Italia è il quarto oro e l'undicesima medaglia
DEBRECEN (HUN)
Vasca di ritorno straordinaria. Vittoria regale! Filippo Magnini (Larus Nuoto) conquista la medaglia d'oro nei 100 stile libero in 48"77, mettendo in fila atleti come il campione olimpico Alain Bernard (48"95), il romeno Norbert Trandafir (49"13) e l'altro francese Amaury Laveax (49"16). Re Magno, allenato dal tecnico federale Claudio Rossetto, torna a ruggire senza aver mai smesso di lottare, lavorare duro, allenarsi con professionalità esemplare. Il capitano italiano era settimo alla virata dei 50 metri (23"77), ma nei secondi 50 metri mette il turbo chiudendo la frazione in 25" netti. I francesi se lo vedono sfilare davanti senza poterci fare nulla; Bernard già pregustava la vittoria, Trandafir riesce a restare sul podio per 3 centesimi a discapito di Laveax. E' Filippo a cantare l'inno nella piscina di Debrecen. Lui che per una manciata di centesimi ha guardato dalla tribuna la finale olimpica di Pechino e quella mondiale di Shanghai. Lui che ha patito l'avvento dei costumi in poliuretano che hanno favorito la potenza sulla tecnica e galleggiabilità. Lui che molti davano per finito dopo i trionfi straordinari del quadriennio 2004-2007, con gli ori europei a Madrid 2004 (48"87) e Budapest 2006 (48"79), quelli mondiali a Montreal 2005 (48"12) e Melbourne 2007 (48"43) e il quinto posto olimpico ad Atene 2004 (48"99). "Una vittoria così mancava da troppo tempo. Sono felicissimo - racconta Re Magno, esploso di gioia all'arrivo con un'esultanza simile a quella di Phelps al tocco di Lezak in recupero su Bernard nella staffetta veloce che gli consentì di vincere otto ori ai Giochi di Pechino - Dedico questa medaglia a tutti coloro che mi hanno sostenuto quendo vincevo e, anche se mia madre non vorrebbe che polemizzassi, a tutti quelli che mi hanno massacrato. Ho zittito tutti. Popov diceva che il campione vince anche quando non è il più forte. Oggi l'ho dimostrato - continua SuperPippo che agli europei di Eindhoven 2008 conquistò il bronzo in 48"53, il miglior tempo che abbia mai nuotato ai continentali - Leveaux era il più forte di tutti. Sapevo che in partenza e virata mi avrebbe dato acqua e che l'avrei potuto battere solo sul nuotato. Forse non pensavo neanche di vincere, ma se pensi di arrivare secondo non arriverai mai primo". Alla vigilia della gara a Magnini erano arrivate le raccomandazioni di Rossetto - "Qualche anno fa i tuoi avversari non avevano speranza. Già sapevano che li avresti travolti con nuvole d'acqua. Voglio rivedere quegli occhi" - una promessa al compagno di società e staffetta Michele Santucci - "Adesso ti faccio vedere perché ho vinto due titoli mondiale" - e il rasserenamento di Federica Pellegrini - "Ti vedo nervoso, stai tranquillo". Poi è arrivato il momento della gara. "Sono riuscito a mettere in pratica quanto concordato - racconta il 30enne di Pesaro, romano d'adozione - Passaggio leggermente più veloce delle semifinali, ottima virata e ritorno in progressione. Al tocco ho letto il tempo, non ho visto nessuno festeggiare; l'ho riletto e ho capito di essere il campione. Una gioia immensa". Che apre l'ultimo periodo di lavoro verso le Olimpiadi. "Dove dovrò scendere sotto i 48", asserisce il campione che ha nuotato con una cuffia gialla porta fortuna e non la solita con la corona. "Quella è conservata - conclude - Ogni cosa ha il suo tempo. Il tattoo, però, lo porterò sempre con me".
Soddisfatto e felice il suo allenatore, il tecnico federale Claudio Rossetto, responsabile della velocità e guida di Federica Pellegrini. "Bisognava azzerare due anni di delusioni, centesimi di troppo, occasioni sprecate. Pippo aveva bisogno di una soddisfazione così. Sono felicissimo. Invecchiando si capiscono meglio certe cose - come dimostra il commovente abbraccio tra maestro e allievo in zona mista - Negli ultimi mesi Magnini ha ritrovato il podio nei 200 stile libero ai campionati europei in corta, ha toccato avanti a tutti i più giovani nei 100 ai campioni assoluti e vinto l'europeo. Sono segnali importanti, di crescita, convinzione, nuovi stimoli, che valgono molto più di pacche sulle spalle e parole spese in allenamento. Ora Pippo è completamente recuperato mentalmente e sa di avere ulteriori margini in preparazione. Anche la relazione con Federica gli ha restituito entusiasmo perché era un po' saturo. Vivono allenamento, difficoltà comuni e gioie comuni; di certo aiuta la loro storia li aiuta a vivere con entusiasmo i sacrifici dell'allenamento e della vita da atleta. Questo oro di riflesso aiuterà tutto il gruppo, non solo Pippo". Una gara vinta di testa, con un tempo 10 centesimi più alto di quello che due anni fa, a Budapest nel 2010, gli valse il quarto posto. "Questo successo è tra le soddisfazioni più importanti della carriera - continua Rossetto - E' un ritorno inseguito, cercato, che dimostra quanto sia più difficile rivincere che vincere. Ha disputato una gara da campione, ottimizzando tutta l'esperienza e le risorse che ha in questo momento della preparazione. Leveaux era sicuramente più in forma, dinamico e veloce. Ma ha perso. Perché in finale vince il campione, non sempre il più veloce". Che spinta verso le Olimpiadi "che - conclude Rossetto - sono una gara totalmente diversa, dove la personalità e l'esperienza sono determinanti. Sarà importante superare lo scoglio delle semifinali, in finale tutto è possibile".
F. Passariello e M. Cicerchia
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