Il mondo delle piscine si sveglia arrabbiato, deluso ed ancora esterrefatto per la scelta del Governo di ritardare ulteriormente la riapertura degli impianti al coperto al primo luglio, ma confortanto dal sostegno trasversale di leader sportivi e politici. Intanto agli europei di Budapest continua con fermezza la manifestazione di sensibilizzazione promossa dalla Federazione Italiana Nuoto e dai suoi atleti che con l'hastag #salviamolepiscine ha chiamato a raccolta sui social tutto l'universo acquatico, composto da oltre 5 milioni di praticanti di ogni età e capacità e dalle loro famiglie, da dirigenti, tecnici e dagli operatori delle piscine.
Il presidente Paolo Barelli ha rilasciato una lunga intervista a Rainews24 spiegando i motivi della protesta e la percezione dell'intero mondo natatorio che si sente vessato dal susseguirsi di decisioni incomprensibili. "Il primo luglio è una data ridicola, saremo in piena estate e gli utenti non frequenteranno di certo le piscine coperte. Questa decisione è allucinante - dichiara - Le piscine sono tra gli ambienti più salubri che possano trovarsi; sono circa mille gli impianti natatori al coperto che danno lavoro a centinaia di migliaia di persone. Non mi riferisco solo al grande agonismo, rappresentato da Paltrinier, Pellegrini e dai nostri campioni, ma ai milioni di cittadini che hanno imparato a nuotare e, quando necessario, anche salvato la loro vita e quella di altri in mare o negli specchi d'acqua che caratterizzano il nostro Paese peninsulare. Rispettando tutte le prescrizioni, in piena sicurezza, con un numero adeguato di persone, con le distanze, con il cloro contenuto nelle piscine non c'è possibilità di vita per il virus. Sono molto più pericolosi i mezzi pubblici, i luoghi di aggregazione e quindi non si riesce a comprendere la logica di questa decisione che appare a tutti gli utenti una vera persecuzione. Siamo veramente molto arrabbiati - continua Barelli - Anche differire le riaperture di palestre e piscine appare ridicolo perché spesso sono impianti integrati. E' incomprenbile che nei ristoranti, nei cinema, nei teatri, nelle palestre si possa andare in maniera contingentata e nelle piscine coperte no. Dare questa immagine delle piscine, come se fossero luoghi frequentati da untori, non rende onore ai nostri scienziati che in ore e ore di monologhi non spiegano i motivi di questa scelta astrusa non suffragata da dati. In tutti i casi se questa è la decisione imposta dall'altro che venissero dati dei contributi veri, reali, e non elemosine alle società sportive e ai gestori di impianti che chiuderanno le attività e falliranno. Quindi è inaccettabile questo atteggiamento. Per il settore la data del primo luglio rappresenta una presa in giro con il rischio che questi concetti sbagliati nella testa dei professoroni, cui i governanti e la politica probabilmente si sottopongono anche per paura di assumere decisioni diverse, condizionino anche le scelte del prossimo autunno. Le società sportive in Italia garantiscono la pratica motoria sostituendosi allo Stato e agli enti locali. Sono per lo più dirigenti volontari che investono risorse proprie e sono già chiusi da 15 mesi con enormi perdite. Se falliscono le società sportive rischiamo una generazione compromessa. Lo sport non lo si pratica nella scuola o nell'ambito delle attività comunali perché non ci sono i fondi. Se le società sportive che gestiscono gli impianti falliscono, fallisce l'attività motoria in Italia con, peraltro, evidente crescita dei costi per la sanità pubblica".
Anche gran parte del mondo sportivo e della polita appoggia le istanze del settore piscine.
"Il decreto deve essere convertito in Parlamento e io mi auguro possa esserci ancora lo spazio per una revisione, perché è rimasto uno dei pochi settori dove la risposta che abbiamo dato non ha rispettato le attese. Su questo possiamo continuare una riflessione", auspica Andrea Costa, sottosegretario alla Salute.
"Nella Conferenza unificata, non soltanto le Regioni ma anche Anci (Comuni) e Upi (Province) avevano proposto di anticipare l'apertura delle piscine rispetto al primo luglio", dichiara Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni.
"Forza Italia non è soddisfatta di ciò che riguarda i tempi di riapertura delle piscine al chiuso. E' una palese ingiustizia che colpisce una parte importante del settore dello sport che ha già subito gravi danni economici. Chiediamo che si anticipino i tempi di riapertura, perché si sa bene che le piscine sono sorvegliate, che il cloro uccide il virus. Chiediamo che nel decreto Sostegni 2 ci sia una azione forte per aiutare tutte le imprese che hanno avuto dei costi fissi, e riguarda le piscine in particolare, che non sono stati compensati dalle precedenti decisioni del governo", afferma l'eurodeputato e coordinatore nazionale del partito, Antonio Tajani.
"Le piscine al coperto non potranno riaprire fino al primo luglio e secondo me è sbagliato. La Lega non molla e useremo i prossimi giorni per continuare a chiedere più coraggio nelle scelte per provare ad anticipare le riaperture", sottolinea Matteo Salvini, segretario del partito.
"Comprendiamo e sosteniamo la forte denuncia del presidente di Federnuoto Paolo Barelli, che ha definito una vergogna e una drammatica persecuzione la decisione del Governo di impedire la riapertura immediata delle piscine italiane al chiuso. Ha pienamente ragione Barelli quando afferma che prolungare l'inattività è una scelta irresponsabile, che rischia di mandare gambe all'aria qualche migliaio di societa e impianti sportivi e che il Governo dovrebbe allora prevedere contributi veri, e non elemosina a società sportive e ai gestori. Fratelli d'Italia, ancora una volta, chiede che venga rivisto il calendario delle riaperture consentendo alle piscine coperte di ritornare immediatamente attive", dichiara il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida.
"Penso che la riapertura delle piscine al chiuso possa essere anticipata di qualche settimana se i contagi crolleranno e penso sarebbe anche giusto", dichiara il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.
"La roadmap delle riaperture costringe le piscine al chiuso a rimandare ancora l'inizio delle attività. Diventa ancor più necessario, a questo punto, prevedere nel Sostegni bis importanti risorse da destinare specificatamente al settore: chiediamo al Governo il massimo impegno per salvare, tutelandolo adeguatamente, questo grande patrimonio sportivo e sociale di cui il Paese dispone. Un altro mese e mezzo di chiusura rischia di essere fatale per gran parte dei gestori di piscine, vista la situazione già drammatica causata dalla pandemia e considerati i grandi costi di gestione di un impianto natatorio, dal personale alla manutenzione. Per oltre 4 milioni di italiani le piscine rappresentano un'opportunità fondamentale per praticare sport: sostenerle il più possibile è indispensabile per molte comunità locali, oltre che per salvaguardare il patrimonio impiantistico, che nel caso delle piscine è per il 95% di proprietà pubblica", dice il deputato Simone Valente del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura.
Anche il presidente del CONI Giovanni Malgò si unisce alla causa: "Il presidente Barelli ha fatto benissimo a lamentarsi. Ho apprezzato tantissimo la presa di posizione degli atleti. Spero che arrivino i famosi ristori, che dovranno essere giusti per le perdite notevolissime subite dai gestori degli impianti".
foto di Andrea Staccioli / Inside - DBM. In caso di riproduzione è necessario citare i credit. Vietati ridistribuzione e vendita.