Partecipa anche Cecilia Camellini alla festa italiana. Nella piscina dell'Aquatics Center di Rio, l'azzurra ottiene l'ennesima medaglia della sua straordinaria carriera sportiva. Impegnata nei 400 stile libero di categoria S11, l'emiliana nuota in 5'16"36, giungendo al traguardo con 1'28 di ritardo dall'olandese Bruisma (5'15"08). Alle loro spalle la cinese Xie (5:25.14). Ed è un argento che luccica e che sa di riscatto dopo il 7° posto di ieri nei 100 dorso S11 ma soprattutto dopo 13 mesi di fatica, di preparazione di una gara non facile, estenuante: “Ho dato tutto quello che avevo – ha detto la nuotatrice modenese arrivata in finale con il primo tempo - più di così non potevo fare. Avevo voglia di rivincita, di mangiarmi qualcosa di buono. È dal 2007 che sogno una medaglia del genere nel 400 metri. Questa medaglia è cresciuta in tutti questi anni grazie agli allenamenti, ai sogni. Questa medaglia non è d’argento, è un metallo tutto suo che si chiama fatica, che si chiama “giorni in cui avrei voluto mollare tutto e mi sono chiesta ma perché non ho continuato a studiare e basta?”. Per l'Italia si tratta dell'ottava medaglia a questi Giochi dopo tre giorni di gare, la quinta d'argento. In precedenza una strepitosa Giulia Ghiretti ha agguantato il bronzo nella finale dei 50 farfalla S5 in 45"79. Una gioia insperata per l'allieva di Max Tosin, entrata in finale col 4° tempo, è riuscita a risalire un'altra posizione per ottenere il primo podio della sua carriera in una Paralimpiade. E ora sogna il bis nei 100 rana SB4 di domani. Pochi minuti dopo era già tempo di trattenere il fiato per un'altra finale, quella di Vincenzo Boni nei 50 dorso S3. Lo scugnizzo napoletano non ha tradito e si è messo al collo anche lui un bronzo (46"67), anche lui centrando la prima medaglia all'esordio paralimpico dopo appena due anni di attività agonistica di alto livello.