Il Presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Barelli, i Vice Presidenti Paolo Colica, Salvatore Montella e Lorenzo Ravina, il Segretario Generale Antonello Panza, il Consiglio Federale e l'intero movimento delle discipline acquatiche esprimono il più sentito sentimento di cordoglio per la scomparsa dello storico ed esemplare dirigente Juan Antonio Samaranch, Presidente Onorario del Comitato Olimpico Internazionale, già Presidente dal 1980 al 2001.
L'universo sportivo perde un punto di riferimento continuo e costante per chiunque appartenesse al mondo olimpico. Samaranch è entrato nell’Esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale nel 1970 e ha assunto il ruolo di vice Presidente nel 1974. Nel 1980 era stato eletto Presidente, raccogliendo il testimone dall’irlandese Michael Morris Killanin. Nel corso della sua Presidenza, dopo aver superato il difficile momento legato al doppio boicottaggio delle edizioni olimpiche di Mosca e Los Angeles, si era fregiato del merito di far ottenere ai Giochi Olimpici il titolo di manifestazione sportiva più importante del mondo, aprendo anche alla partecipazione degli atleti professionisti. Nel 2001, lasciata la poltrona di numero uno a Jacques Rogge, era stato insignito del ruolo di Presidente Onorario, mentre uno dei due figli, Juan Antonio Junior, era entrato come membro. E’ stato anche Presidente (1967-1970) del Comitato Olimpico Spagnolo e Vice-Presidente del Comitato Internazionale dei Giochi del Mediterraneo, oltre che Presidente della Federazione Spagnola di pattinaggio. Aveva ricoperto il ruolo di capo missione ai VII Giochi Olimpici Invernali di Cortina d’Ampezzo nel 1956 e ai XVII e XVII Giochi Olimpici Estivi di Roma 1960 e Tokyo 1964. Diplomato in economia, è stato tra l’altro membro del consiglio di amministrazione di diverse banche, Presidente Onorario di "La Caixa", consigliere comunale responsabile per lo sport nella città di Barcellona e delegato nazionale per l'Educazione Fisica e Sportiva. E’ stato infine ambasciatore spagnolo presso l'Unione Sovietica e la Repubblica di Mongolia popolare (1977-1980). Da giovane aveva frequentato il college tedesco, la scuola di Barcellona per gli studi di business e aveva studiato all'estero a Londra e negli Stati Uniti. Amava l’hockey e aveva praticato la boxe e il calcio ma era affascinato da tutte le discipline, quelle capaci di contraddistinguere la sua escalation dirigenziale e segnare, in modo indelebile, il percorso d’una vita vissuta in nome dello sport (da www.coni.it).