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Europei di Debrecen Barbieri, argento vivo

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Prima medaglia internazionale in carriera. E' seconda nella finale dei 100 dorso in 1'00"54 e 24 ore prima aveva stabilito il record italiano assoluto e staccato il biglietto per i Giochi Olimpici

DEBRECEN (HUN)
I sorrisi non finiscono mai per Arianna Barbieri (Fiamme Gialle/Azzurra 91); la matricola azzurra che in due giorni ha realizzato i sogni di tutti gli atleti: la qualificazione alle Olimpiadi, il record italiano e la medaglia ai Campionati Europei. La prima della sua giovane carriera. E' la medaglia d'argento ma brilla come se fosse d'oro, tanto è bella ed importante per lei, neoprimatista italiana, allenata da Fabrizio Bastelli. Nella finale dei 100 dorso è seconda con il tempo di 1'00"54 (di nuovo sotto il limite richiesto per Londra) e davanti c'è soltanto la tedesca Jenny Mensing in 1'00"08. Al passaggio dei 50 metri era prima con 29"20 e nella seconda si è difesa dal ritorno delle avversarie; ci è riuscita con la ceca Simona Baumrtova, terza a due centesimi e con l'ucraina Daryna Zevina (1'00"59), ma la tedesca le è passata avanti nel finale. Un ottimo risultato e un tempo che legittima la qualificazione ai Giochi Olimpici. Sesta l'altra giovane specialista azzurra Carlotta Zofkova (Imolanuoto) con il tempo di 1'01"01 (29"95 al passaggio di metà gara).
Arianna Barbieri è nata a Camposampiero (Padova) il 23 febbraio 1989 ma è di Gazzi che "si pronuncia come quella parola lì ma con la G", è diplomata al Liceo Scentifico, da quattro anni si è trasferita a Bologna dove si allena insieme a Ilaria Bianchi, con cui divide la stanza, e Mirco Di Tora. E' una ragazza vivace e dalla battuta pronta "merito della polenta e dello spritz; non a caso i veneti hanno una marcia in più", racconta divertita. Si aspettava di esplodere già da prima e ritiene "che la figura del mental coach sia molto importante nella gestione e crescita emotiva di un atleta. Io in allenamento sono sempre andata bene. Sapevo di avere alcuni tempi nelle braccia, ma non riuscivo a realizzarli. Così aveva cominciata ad implodere dentro di me una sorta di delusione contagiosa. Sentivo dire a Filippo Magnini e Marco Orsi che era bello gareggiare, disputare una finale; invece io ero sempre arrabbiata. Ora comincio a capire cosa intendessero ed è proprio vero che confrontarsi è bellissimo, ma per viverlo seneramente devi essere in equilibrio, prima di tutto con te stessa". Nella vita ha sempre avuto un desiderio e non l'ha mai nascosto "sin da quando ero bambina. Quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, rispondevo che il mio sogno era partecipare alle Olimpiadi. E' una frase ricorrente nei miei diari di scuola e nei miei temi". A 4 anni già era in acqua a Padova. Poi è andata ad allenarsi col Centro Nuoto Cittadella, più vicino casa, e al Plain Team Veneto ha conosciuto Luca Dotto e Mattia Pesce "che già era stravagante. Ricordo gli occhialini con degli elastici che gli arrivavano fin sotto il mento". Deve la sua passione per il nuoto al primo tecnico, Alessandra Alloro. "Senza la grinta e l'amore per il nuoto che mi ha trasmesso in tenera età non sarei qui" a festeggiare la medaglia d'argento, "un emozione intensa, inattesa e che dà una carica immensa".
 





F. Passariello e M. Cicerchia
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