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Europei. Butini sul caso device

Nuoto
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Alla Royal Arena di Copenhagen si è cosumato l'ultimo atto del pasticcio della 4x50 mixed mista che giovedì ha falsato la finale a discapito degli azzurri. Dopo il guasto alle cinghie del device per la partenza a dorso (lo spoiler dove l'atleta appoggia i piedi nell'avvio dall'acqua), che srotolandosi hanno fatto scivolare il primatista italiano del dorso Simone Sabbioni in acqua e compromesso la prestazione della staffetta, l'Italia ha presentato due ricorsi, subito al tavolo tecnico e successivamente al jury d'appel, chiedendo la ripetizione della gara, ma entrambi sono stati respinti. Oggi sono state consegnate le motivazioni ufficiali che hanno portato al rigetto delle istanze. "La ricostruzione dell'accaduto da parte dei giudici non può dimostrare chiaramente il malfunzionamento dell'attrezzo meccanico", è ciò che si evince dal verbale.
Il direttore tecnico della nazionale Cesare Butini ripercorre le utlime ore e spiega tecnicamente cosa sia accaduto. "Il nostro atleta, non trovando sostegno nell'appoggio, non ha potuto dare la spinta corretta per la partenza. C'è stato, a mio avviso, il mancato intervento da parte del giudice, perchè in quel caso l'unica soluzione possibile era la tempestiva segnalazione per fermare la gara. Alla fine, dopo esserci accertati di quanto accaduto anche con l'ausilio di riprese video, abbiamo presentato prima il ricorso alla commissione del TST (Technical Swimming Committee) e successivamente alla giuria di appello; la prima istanza è stata respinta subito e la seconda a distanza di due ore, rispondendoci che non era possibile accertare con sicurezza se ci fosse stato un mal funzionamento del device oppure un errore dell'alteta. Quindi, non avendo avuto modo di accertare la causa, ritenevano la gara regolare. Noi abbiamo seguito correttamente tutte le procedure a tutela dei nostri atleti, dell'immagine dell'Italia e di quello che deve essere il corretto funzionamento di una manifestazione sportiva. Quello che è successo a noi, è successo anche ai tedeschi il giorno prima, quando un loro atleta ha avuto lo stesso problema, ma meno evidente, nei 200 dorso: Diener, che si presentava con il secondo tempo delle batterie, è finito ottavo perchè non era riuscito a partire correttamente; ha avuto un problema anche il polacco Kawecki in batteria, ma trattandosi dell'eliminatoria gli hanno permesso di ripetere la gara. A dimostrazione di quanto sosteniamo oggi è stato applicato un sistema di sicurezza nel device stesso; cosicché l'atleta - dopo averne regolato l'altezza attraverso la rotazione - può inserire un blocco. Sebbene avviliti ed amareggati per non aver avuto l'opportunità di giocarci la finale alla pari con gli altri, siamo comunque soddisfatti di aver dato agli organizzatori la possibilità di sanare eventuali situazioni future".

Foto FabioCetti/Corsia4.it