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Mondiali di Dubai La Piana sesta nella 25 Km

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La 23enne torinese: "Fatali gli ultimi 500 metri, volevo rifornirmi quando la Kamrau e la Van Dyk sono scattate verso il traguardo". Decima la Romiti. Domani la prova maschile con Menoni e Volpini

DUBAI
Servizio ANSA delle 19.08
C'e' un decimo fra il paradiso e l'inferno: lassu' e' di nuovo Britta Kamrau (gia' oro nella 10 km), di sotto Edith Van Dyk, che le cede quello della 25 alla toccata, per un unghia. Fra la felicita' dell'una e la disperazione della seconda c'e' la soddisfazione misurata di Laura La Piana che, rimasta con loro fino a 500 metri dal traguardo, le ha poi perse di vista, venendole meno le energie, piazzandosi infine al sesto posto, a poco piu' di mezzo minuto. Ed e' contenta, moderatamente, anche Alessandra Romiti, decima. Fra la gioia della bella Kamrau e l'amarezza della veterana Van Dyk, c'e' anche un reclamo, che dopo un'ora viene respinto. La delegazione arancione cerca di strappare la vittoria a tavolino perche' le due atlete tedesche (la vincitrice, appunto, e Stefanie Biller, quarta), si erano tolte dal primo al quarto dei cinque giri il braccialetto che contiene il microchip di riconoscimento, utile per il rilevamento dei tempi e stabilire l'ordine d'arrivo senza possibilita' d'errore. Insomma, e' indispensabile soprattutto in arrivi come quello di oggi, in cui un soffio, una goccia d'acqua - un decimo appunto - dividono la toccata della prima e della seconda. Il reclamo e' stato respinto dopo un'ora di discussioni perche' il regolamento non e' preciso in materia: dice che il cinturino va portato ma non precisa quando, come e soprattutto se, togliendolo, si e' passibili di squalifica. Il presidente e il segretario generale della Fina, il tunisino Larfahui e il romeno Marculescu, lo hanno spiegato candidamente dopo la diatriba, promettendo regole piu' chiare in proposito. La crudelta' dell'ordine d'arrivo di questa gara non sta comunque nella decisione della giuria quanto in quel decimo che alla fine di una fatica di cinque ore e 43 minuti ha diviso due atlete entrambe meritevoli della vittoria. D'altro canto, e sempre piu' spesso, anche qui a Dubai, queste gare di lunga lena si decidono in volata: il gruppetto delle migliori si controlla e si fa compagnia fino agli ultimi cinquecento metri poi, chi ha piu' benzina sgasa e se ne va. Chi resiste va a giocarsi la vittoria in una volata di due-trecento metri. Basta guardare l'ordine d'arrivo per capire come e' andata oggi: le prime sei sono racchiuse in una manciata di secondi, 33''8 sono quelli che dividono Laura La Piana, sesta dalla Kamrau. ''Posso essere soddisfatta perche' questa e' praticamente la prima gara che faccio quest'anno sulla distanza - dice la 23enne di Torino -, mentre le altre hanno gareggiato molto piu' di me. Con gente simile non posso sentirmi delusa del mio sesto posto. La corsa s'e' decisa ai 500 finali. Volevo fare un ultimo rifornimento, ma non ho potuto perche', mentre lo chiedevo, c'e' stato uno scattino di Kamrau e Van Dyk. Poi mi e' venuta sopra la russa Shalygina, una che nuota in modo scomposto e mi ha dato fastidio per tutta la gara. Ho provato a recuperare l'acqua persa ma le altre erano irraggiungibili''. Quello dei rifornimenti e' stato un problema per gli accompagnatori, non solo quelli italiani: con barconi che solitamente fanno servizio pubblico passeggeri fra due distretti di Dubai, bisogna compiere acrobazie con un bastone per allungare al nuotatore il bicchierino contenente integratori con carboidrati e zuccheri, sali minerali. ''Le tedesche non lasciavano passare i dieci minuti per rifocillarsi, io ne facevo uno ogni venticinque''. ''Veramente stomachevoli quei rifornimenti - racconta Alessandra Romiti -. Faticavo per mandarli giu' perche' i reintegratori si mischiavano con l'acqua salmastra''. La 24enne di Anagni precisa: ''Sono relativamente contenta della mia prova. Pensavo di reagire meglio, quando il gruppetto delle migliori se ne e' andato''. Domani i mondiali in acque aperte di Dubai chiudono con la prova maschile dei 25 chilometri. L'Italia sara' rappresentata da Simone Menoni, trentenne di La Spezia, e Andrea Volpini, 26.enne di Empoli, entrambi tesserati con le Fiamme Oro di Napoli. Non si concedono molte possibilita'. Dice il primo, che ha alle spalle maratone di 70 chilometri in Sudamerica e ha prenotato la traversata della Manica per agosto-settembre prossimi: ''Io prediligo le acque fredde e qui c'e' calda. Io sono sempre il primo ad entrare in azione, gli altri si mettono in scia e poi mi fregano, come agli Europei di Madrid, dove sono arrivato settimo ma a 10'' dal bronzo e a 15'' dall'argento''. Non e' ottimista neanche Andrea Volpini, campione italiano 2004 sulla distanza: ''A differenza di altri anni non mi sento al meglio, non lo la voglia di andare in acqua per vedere cosa faro'. Ho un grosso carico di lavoro alle spalle che speravo di smaltire e invece e' sopraggiunta una certa stanchezza. Mi darebbe noia fare una gara anonima o dovermi ritirare''. Qualche volta puo' succedere che ci si tuffi dall'inferno e si arrivi in paradiso.