L'ungherese campione del mondo Kristof Rasovszky corona il sogno olimpico, dopo il secondo posto ai Giochi di Tokyo, e vince in 1h50’52”7. Domenico Acerenza è quarto per sei decimi (1h51’09”6), superato dall'altro ungherese David Betlehem nell'imbuto finale; Gregorio Paltrinieri finisce nono, dopo un’ottima prima metà di gara (1h 51’58”0). Il tedesco campione olimpico uscente Florian Wellbrock è ottavo.
“Ho dato tutto quello che avevo – commenta Acerenza, 29enne di Potenza – Dire che mi sono divertito è poco. E’ stata una gara in cui la tattica era fondamentale; ho cercato di dare tutto quello che era in mio possesso e alla fine, nell’ultimo giro, ho cercato di strappare per andare a riprendere i primi due; speravo che nessuno mi affiancasse perché ero morto. Volevo stare soltanto aggrappato alla loro sica e farmi portare, però quando ho visto che Betlehem mi ha affiancato ho cercato di stringere i denti, resistere il più possibile, ma ero già oltre tutte le mie energie. Non so chi mi abbia dato la forza di arrivare alla fine”. “Un quarto posto alle Olimpiadi resta comunque un buon risultato – prosegue l'azzurro, tesserato per Fiamme Oro e CC Napoli - Non posso recriminare nulla. L’ultimo mese non è stato facile: ho un problema alla spalla che mi porto dietro, ho cercato di preservarmi saltando qualche gara, ma il dolore mi ha infastidito parecchio. Credo che sia arrivato il momento di curarla. Sono soddisfatto del lavoro che abbiamo svolto di come mi sono allenato, della preparazione in altura - prosegue il campione europeo della distanza agli europei di Roma e plurimedagliato internazionale - E’ stata la gara che abbiamo preparato. Si sapeva che sarebbe stata super difficile. Ho cercato di isolarmi dalle polemiche dei giorni passati e fare del mio meglio. Ci sono riuscito e ne sono soddisfatto perché da ogni gara desidero uscire con la consapevolezza di aver dato il massimo”.
“E’ stata molto complicata la gara – ribadisce Gregorio Paltrinieri, divenuto ormai leggendario con l'argento nei 1500 e il bronzo negli 800 in piscina – Non mi è entrata mai la nuotata a favore di corrente. Controcorrente riuscivo a dire la mia e ma poi perdevo ritmo e non riuscivo ad essere penetrante. Nelle ultime gare di fondo, anche se molto diverse, sono sempre riuscito a gestirmi; questa volta invece sono sempre stato attaccato ad un filo che era pronto a rompersi da un momento all’altro. Non ho mai trovato continuità, non riuscivo ad aumentare la frequenza - continua il 29enne vincitore di tutto, allenato da Fabrizio Antonelli insieme a Domenico Acerenza al centro federale di Ostia - Fino a tre quarti gara ero tra i primi, ma sapevo che stavo dando già il massimo. Alla lunga, quando gli altri hanno cambiato ritmo, non ce l’ho più fatta a stargli dietro. Mi dispiace perché è una gara su cui ho sempre puntato tanto e speravo di ottenere un risultato diverso. Chiaramente le gare di fondo sono sempre diverse; fosse stato un bacino, un lago, sarebbe stata diversa; invece in queste condizioni l'adattabilità è stata fondamentale. Complimenti agli altri che sono andati fortissimo e per me erano irraggiungibili. Mi dispiace molto anche per Mimmo. E’ arrivato ad un pelo dalla medaglia di bronzo e credo che non avesse niente meno dei primi tre; secondo me è tra i nuotatori più forti al mondo. Uno dei miei avversari con il quale faccio più fatica”.
E’ tempo di bilanci per Super Greg. “La mia Olimpiade è stata ottima, mi do un bel 9 – afferma l'azzurro di Carpi, tesserato per Fiamme Oro e Coopernuoto – Ho ottenuto risultati quasi incredibili in piscina, avvicinato i miei personali. Ho scelto di non rinunciare a nulla e ne sono contento. Adesso mi prenderò un lungo periodo di riposo, ho bisogno di fermarmi qualche mese, occuparmi delle cose che ho tralasciato negli ultimi anni; lasciare riposare mente e muscoli. Poi deciderò, non escluso nessuna possibilità”.
La gara
E’ la gara più affascinante, la più discussa; insieme alla tecnica richiede capacità di adattamento e resistenza. Al via ci sono tutti i più forti specialisti del mondo e il debuttante Daniel Wiffen, irlandese plurimedagliato in piscina. Acqua a 23 grandi. Partenza da Ponte Alexandre III verso Ponte dell’Alma e circuito di 6 giri da 1660 metri e imbuto dell’arrivo.
Al via si formano due gruppi: la prima con il campione del mondo Rasovzsky nel pieno della corrente e l’altra con il tedesco Wellbrock che sembra in ritardo di una decina di metri. Paltrinieri, bronzo olimpico a Tokyo e campione d’Europa a giugno, nelle acque libere e più pulite all'Ada Ciganlija di Belgrado, prende il lato giusto e nuota sulle caviglie dell’ungherese che si gira per capire cosa stia succedendo alle sue spalle. I punti di sorpasso sono pochi; è possibile provarci nei lati brevi, in corrispondenza del rifornimento e nello sprint finale. Anche per questo motivo è importante cercare di prendere subito le prime posizioni.
Serve mantenere altissima l’attenzione e non compromettere la gara in partenza, perché le condizioni del campo gara non concedono tanto margine di recupero. Non è una gara facile, anche se non sembra, a vedere la tranquillità dei primi tre. All’andata si va velocissimi con la corrente a favore, alla ricerca della parte centrale della Senna, al ritorno è il contrario e si cerca di stare vicino al muro del fiume nuotando in fila indiana. Tanto entusiasmo del pubblico che già un’ora prima della gara ha riempito le tribune e assiepato i margini del fiume. La Senna balneabile (?) è un evento che i parigini aspettano da un secolo.
Ai 3200 metri si fa una prima selezione: Rasovszky e Wellbrock sono primi e secondi, gli azzurri subito dietro, poi il greco Kynigakis e il francese vincitore di Golfo Aranci, argento iridato e vicecampione europeo, Marc Antoine Olivier. Più indietro l’altro ungherese Betlehem, terzo agli europei di Belgrado. Intorno alla decima posizione l’inglese, bronzo mondiale, Hector Pardoe. Posizioni invariate anche a metà gara, dopo il terzo giro e 4900 metri nuotati. Gli azzurri fanno gioco di squadra e difendono le posizioni in attesa di attaccare: 54”13 il passaggio di Paltrinieri e 54”15 quello di Acerenza. Rasovszky tira il gruppo.
Ai 6000 le prime schermaglie: Wellbrock (1h01’11”) sorpassa l’ungherese e si mette davanti a tutti; Paltrinieri affianca Rasovszky e il padrone di casa Olivier (già ammonito per scorrettezze) risale e si piazza alle spalle degli azzurri.
Si spezza il gruppo, la corrente si fa sentire. Il dispendio energetico anche. Rasovszky insiste nel suo forcing e si riprende la prima posizione (1h20’05”1 ai 7600 metri), Acerenza sale al terzo posto (1h20’07”3) e Paltrinieri scende al quinto (1h20’09”7). Intanto arrivano le prime defezioni: si ritirano in cinque, tra cui il brasiliano Guilherme Costa, 10 medaglie d’oro nel nuoto in vasca ai Giochi Panamericani e Sudamericani e bronzo nei 400 stile libero ai mondiali di Budapest 2022.
Si arriva al momento chiave. Alla porta del quinto giro il riscontro cronometrico indica Rasovszky in 1h31’46”6, l’altro tedesco Olivier Klemet in 1h31’50”8, Paltrinieri in 1h31’51”5, l’altro ungherese Betlehem in 1h31’53”4 e Acerenza in 1h31’54”4. Gli azzurri cercano di recuperare il gap di ritardo dalla coppia di testa che sgrana il gruppo. Acerenza tiene ancora. Paltrinieri no. Due coppie si contendono le medaglie. Rasovszky precede Klemet per l’oro. Betlehem batte Acerenza per sei decimi. Paltrinieri è nono.
Il podio dei 10000 maschili
1. Kristof Rasovszky (HUN) 1h 50’52”7
2. Olivier Klemet (GER) 1h 50’54”8
3. David Betlehem (HUN) 1h 51’09”0
4. Domenico Acerenza (ITA) 1h 51’09”6
9. Gregorio Paltrinieri (ITA) 1h 51’58”0
Foto Andrea Staccioli / DBM
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