Prestigioso tour negli Stati Uniti per Rachele Bruni che nei giorni scorsi ha visitato l'University Southern California (USC). La vice campionessa olimpica è stata ospite a Los Angeles del team di Dave Salo, mentore di Amanda Beard, Aaron Peirsol, Jason Lezak, Katinka Hosszu e Ousama Mellouli, Vladimir Morozov, Ylulia Efimova. Un vero e proprio stage quello di Rachele che si è intrattenuta con tecnici e atleti nel favoloso e rinomato centro acquatico dei "Trojans". L'atleta toscana, che ha da poco vinto per il secondo anno consecutivo la World Cup Fina, ha anche visitato il prestigioso campus universtario tra i più rinomati negli Usa.
"Durante la mia vacanza in California, - spiega la Bruni prima di dirigersi a Las Vegas - ho avuto l'opportunità di andare a visitare la Southern California conoscendo un mondo completamente nuovo. Il Campus è una vera e propria "città" all'avanguardia in cui gli studenti hanno il meglio sia a livello d'istruzione che sportivo. La possibilità di fare sport infatti è incentivata dalle università negli Stati Uniti e i campus sono dotati dei migliori impianti sportivi e di tecnici di altissimo livello. Si è atleti professionisti e studenti ".
nella foto la seconda da sinistra Catherine Vogt, poi Rachele Bruni insieme alla compagna Diletta e Gianpaolo Barelli studente della USC.
Per la medaglia d'argento di Rio la possibilità di conoscere un mondo differente rispetto a quello europeo grazie alla collaborazione che si è venuta a creare tra il proprio tecnico Fabrizio Antonelli e l'allenatrice del team di nuoto dell'Usc Catherine Vogt, coach tra gli altri di Haley Anderson medaglia d'argento nella 10 chilometri alle olimpiadi di Londra nel 2012. "Il programma di nuoto dell'Usc è uno dei migliori d'America, - prosegue la Bruni - la squadra di nuoto dell'università è tra le prime quattro nel ranking statunitense. Gli atleti che ne fanno parte hanno un gran senso di attaccamento alla maglia, come succede in Italia nel calcio. Si allenano per essere i più forti come singoli e per contribuire al massimo anche a livello di squadra per mantenere alto il prestigio accademico. In tutto ciò parallelamente portano avanti gli studi cercando di avere la media più alta possibile perché la competitività anche a livello scolastico è fondamentale per le opportunità lavorative post laurea che ti offre l'Usc". Una visita che ha arricchito il bagaglio culturale e non solo della campionessa azzurra. "C'è una concezione completamente diversa da quella dello sport in Italia. Se potessi tornare all'anno dopo la maturità farei sicuramente un'esperienza come quella che offre l'Usc, e la consiglio".