Crisi Coronavirus e gestione impianti. Lettera di Barelli
Segue una lettera aperta del presidente Paolo Barelli, che affronta l'urgenza di adottare provvedimenti a sostegno dello sport e della gestione degli impianti.
La profonda emergenza da Coronavirus che attraversa il Paese sta colpendo duramente anche il settore dello sport, che coinvolge oltre 20.700.000 praticanti abituali, circa 4.800.000 atleti tesserati per federazioni sportive e discipline associate e un milione di operatori tra cui tecnici (257.000), dirigenti federali (18.244), dirigenti societari (560.461) e ufficiali gara (117.932).
Le 63.517 società che operano nello sport e nella formazione devono essere considerate alla pari di piccole e medie aziende, prevalentemente senza scopo di lucro o con scarsa marginalità, che tra molteplici difficoltà garantiscono il funzionamento dei circa 150.000 impianti sportivi, comunali e privati, dislocati sul territorio nazionale, come piscine, palazzetti dello sport mono e pluridisciplinari, palestre, campi sportivi et similia.
E' evidente il rapporto che esiste tra qualità di offerta di tutte le componenti coinvolte (tecniche, gestionali e strutturali) e la risposta dei praticanti in termini di salute, di benessere sociale, indotto economico, crescita delle attività sportive e, di conseguenza, campioni che rappresentano lo sport italiano nel mondo.
Basti pensare ai successi della Federnuoto che tutti evocano. Campioni come Federica Pellegrini, Gregorio Paltrinieri, Tania Cagnotto, il Settebello - solo per citarne alcuni - nascono dalle sinergie poste in atto con le società che formano gli atleti e gestiscono gli impianti dove loro si allenano, alimentando contestualmente la cultura dell'acqua e quindi plasmando, prima che atleti di successo, giovani uomini e donne che contribuiranno anche in futuro a migliorare il nostro Paese.
La virtuosa ciclicità di successi e la solidità delle base dei praticanti sportivi in Italia è da attribuire prevalentemente al lavoro e alla pianificazione delle società, in questo momento minate nella loro solidità economica e relativa programmazione.
Né scuole, né università, né Stato, né enti locali, con risorse purtroppo insufficienti, potrebbero mai sostituirsi al mondo delle società e dell’associazionismo per garantire l’operatività dell'impiantistica funzionale allo sviluppo e alla pratica delle attività sportive a beneficio dei cittadini.
Ritengo non differibile, dunque, l'approfondimento di misure urgenti per sostenere l'economia dello sport su base nazionale onde evitare che, per la tragedia in atto, collassi il funzionamento degli impianti, alcuni dei quali costretti alla chiusura e al fallimento.
Del resto la gestione delle strutture sportive da parte delle società richiede costi elevati per manutenzioni ordinarie e straordinarie, scadenze fiscali, utenze e finanziamenti di varia natura ed è ormai concreto il rischio di incorrere in profonde problematiche che potrebbero coinvolgere finanche dipendenti e collaboratori e, addirittura, produrre l'inattività della pratica sportiva.
Alla luce di ciò, considerato lo stato attuale di criticità, sensibile alle impellenti esigenze manifestate dal mondo sportivo, ritengo indispensabile l’apertura di tavoli di lavoro che approfondiscano le tematiche esposte.
Pertanto mi rendo disponibile a ricevere eventuali suggerimenti e/o richieste in materia da parte degli operatori del settore, di cui credo di interpretare le necessità, e a collaborare con le autorità competenti per qualsiasi iniziativa volessero adottare.
Paolo Barelli
Approfondimento DCPM del 4 marzo

All’articolo 1 (lettera c) del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 marzo 2020, si riporta:
c) sono sospesi altresì gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; resta comunque consentito, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2020, e successive modificazioni, lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico; in tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto ovvero all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della raccomandazione di cui all’allegato 1, lettera d).
In relazione alla disposizione che permette “lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico” è necessario che gli organizzatori delle competizioni dispongano percorsi di accesso agli impianti adeguati a poter controllare l’ingresso di atleti, dirigenti, tecnici, giudici e funzionari ammessi secondo criteri che permettano una assistenza adeguata per lo svolgimento dell’attività, escludendo l’entrata del pubblico.
Appare evidente che la raccomandazione di cui all’allegato 1, lettera d) (mantenere in ogni contatto sociale una distanza interpersonale di almeno un metro) non si riferisca alle esercitazioni di allenamento e alle azioni durante le competizioni, bensì sia riferita alla pratica dello “sport di base e le attività motorie in genere”.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la Federazione, interpretando le norme con il principio del buon padre di famiglia, ritiene che il riferimento all’allegato 1 lettera d), per le attività di piscina, sia principalmente relativo agli ampi periodi di pausa tra le attività stesse.
Per quanto concerne la disposizione che “le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano” si ritiene che esse riguardino, secondo criteri di buon senso, la verifica della partecipazione all’attività di coloro che non presentino febbre o altri sintomi, come sarebbe opportuno indipendentemente dall’emergenza attuale. E, inoltre, che i comportamenti favorenti la diffusione del virus siano evitati attraverso l’adozione di precauzioni igienico-sanitarie e buone prassi che si dovrebbero osservare sia nella vita quotidiana, sia in tutte le fasi di gara e di allenamento.
A questo proposito, le misure igienico-sanitarie dell’allegato 1 Decreto del Presidente del Consiglio sono:
a) lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;
b) evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute e comunque evitare abbracci, strette di mano e contatti fisici diretti con ogni persona;
c) igiene respiratoria (starnutire o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);
d) mantenere in ogni contatto sociale una distanza interpersonale di almeno un metro (la disposizione non si riferisce agli allenamenti e gare degli atleti agonisti);
e) evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, anche durante l’attività sportiva;
f) non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
g) coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
h) non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
i) pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
l) usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o si assiste persone malate.
Lettera aperta del Presidente Barelli

Carissimi/e,
pur comprendendo la preoccupazione generata dalle molteplici e a volte contradditorie notizie relative al contagio e alla diffusione del Coronavirus, vi invitiamo ad attenervi scrupolosamente ai provvedimenti del Governo, sostenuti dalla comunità scientifica, in materia di contenimento e gestione dell'emergenza, validi fino a domenica 8 marzo.
Attenzione, cautela, prevenzione sì; psicosi, paura, panico no.
La Federazione Italiana Nuoto sta ponendo tutte le proprie competenze al servizio delle società affinché venga salvaguardata l'attività del movimento, garantendo il regolare svolgimento delle manifestazioni e delle competizioni sportive in piena sicurezza per la salute attraverso l'ossequioso rispetto dei provvedimenti emanati dallo Stato.
Come noto, lunedì 2 marzo la Federnuoto ha disposto la riapertura di tutte le attività - comprensive di competizioni e manifestazioni sportive di ogni livello e dislocazione territoriale - con una nota consultabile sul sito ufficiale www.federnuoto.it che ne approfondisce limiti e modalità.
Ad aggiornamento di essa, ritengo utile ribadire il divieto imposto ai residenti delle regioni Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, e delle province di Pesaro-Urbino e di Savona, anche se parenti, accompagnatori e sostenitori, di seguire le squadre di quei territori impegnate in competizioni sportive in programma presso le altre regioni italiane.
Non si tratta di un invito, bensì di una direttiva cui attenersi prudenzialmente per evitare qualsiasi forma di espansione del contagio e strumentalizzazione di ogni sorta.
Mi appello, dunque, al vostro senso di responsabilità e a quello di tesserati e familiari affinché, confortati dalla fiducia nelle istituzioni, si viva con giudizio e rigoroso rispetto delle norme questa fase transitoria che ci riporterà, spero quanto prima, alla piena normalità.
Magnini assolto dal TAS: "Ho vinto. Tremo dalla gioia"

"HO VINTO. Il TAS mi ha assolto in pieno da ogni tipo di accusa. E' sempre stato così, le gare le ho sempre vinte negli ultimi metri. Mi hanno insegnato a non mollare mai. Sono sempre stato un atleta e una persona corretta. Tremo dalla gioia", scrive sui social Filippo Magnini del tutto riabilitato dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, dopo che il Tribunale Nazionale Antidoping lo aveva squalificato per quattro anni sia in primo grado (6 novembre 2018) sia in secondo grado (appello, 2 aprile 2019) per tentato uso di sostanze dopanti.
La Federazione Italiana Nuoto e il presidente Paolo Barelli - che hanno sempre manifestato solidarietà, sostegno e fiducia nei confronti del campione plurimedagliato olimpico, mondiale ed europeo - accolgono la sentenza con piena soddisfazione, ricordando che Magnini è stato un esempio per tutto il movimento, nonché uomo simbolo dello sport italiano e della lotta al doping nel corso della sua straordinaria carriera.
Nel contempo la Federnuoto ribadisce il proprio impegno a tutela dello sport pulito attraverso la trasmissione dei principi di lealtà e probità, condivisione, aggregazione e integrazione, e piena fiducia negli organi preposti a prevenire, combattere e perseguire il doping.
La Federnuoto auspica, altresì, maggiore prudenza nell’intraprendere azioni e nell’assumere decisioni che possano arrecare un danno di immagine ad atleti, tecnici e tesserati di un intero movimento, come accaduto a Magnini, a Michele Santucci (condannato in primo grado a quattro anni per la violazione dell'articolo 2.2 del CSA ed assolto in secondo dal TNA), e al fisioterapista Emiliano Farnetani, attualmente inibito a svolgere la propria professione nell’ambito sportivo per la condanna in primo grado a 4 anni e in secondo grado a 5 anni per la violazione dell'articolo 2.8 del CSA.
La sentenza del TAS prevede pure la condanna al pagamento delle spese processuali da parte del Tribunale Nazionale Antidoping.
foto deepbluemedia.eu
Corte dei Conti assolve Barelli e condanna CONI Servizi alle spese

Con riferimento alla nota diffusa il 22 settembre scorso, la Federazione Italiana Nuoto comunica che la Corte dei Conti, con sentenza n.113/2020, ha respinto in data odierna la citazione della Procura per l'esposto presentato da Coni Servizi, assolvendo Paolo Barelli, presidente e legale rappresentante della Federnuoto, e condannando Coni Servizi alle spese nella misura di euro 7.500.
La sentenza esclude quanto incautamente denunciato e, nel merito, l'esistenza di un'ipotesi di scorretto utilizzo dei finanziamenti ricevuti nel periodo 2005-2008 dal Ministero dell’Economia e Finanze riguardanti i lavori alle piscine del Foro Italico.
Come noto, in sede penale ogni ipotesi di reato era stata già archiviata perché insussistente.
Quindi, dopo l'archiviazione del Tribunale di Roma relativa alla denuncia per truffa che il 30 gennaio 2014 il Coni presieduto da Giovanni Malagò presentò avverso la Federazione Italiana Nuoto e il suo presidente Paolo Barelli, giunge anche quella della Corte dei Conti per l'inesistenza del danno erariale con la dimostrazione del corretto utilizzo dei fondi pubblici.
Segue il comunicato stampa del 22 settembre scorso
Ci sono voluti tre anni perché il Tribunale di Roma archiviasse per l'inesistenza dei fatti contestati la denuncia per truffa che il 30 gennaio 2014 il Coni presieduto da Giovanni Malagò presentò avverso la Federazione Italiana Nuoto e il suo presidente Paolo Barelli.
Ci sono voluti tre anni per dichiarare estranea la Federnuoto e il suo presidente da ogni contestazione giudiziaria; tre anni che sembrano dimenticati: durante i quali il Coni di Giovanni Malagò aveva più volte tentato di commissariare una federazione che nel frattempo vinceva medaglie olimpiche, mondiali ed europee, formando atleti e alimentando un movimento che porta lustro all'intero Paese malgrado le vessazioni e onte subite proprio ad opera dell'Ente pubblico che dovrebbe tutelare lo sport italiano anziché attaccarlo nascondendosi "dietro atti dovuti", che di dovuto non hanno proprio nulla.
Stamattina leggiamo su alcuni giornali che si starebbe aprendo un altro processo alla Corte dei Conti per "Lavori pagati due volte dal Coni" e che addirittura Barelli "rischia di dover restituire di tasca propria 826 mila euro al Comitato olimpico".
In realtà pure il procedimento alla Corte dei Conti è riconducibile alla spregiudicata azione del Coni di Giovanni Malagò che, oltre alla denuncia alla Procura della Repubblica per truffa, poi derubricata in malversazione a sua volta archiviata perché insussistente, ha presentato anche una denuncia alla magistratura contabile.
Per chiarezza: i lavori alle piscine del Foro Italico sono stati rimborsati dal Coni solo una volta, e peraltro parzialmente, attraverso una transazione del 2013 che riconobbe le maggiori spese sostenute dalla federazione nel periodo di gestione degli impianti natatori del Foro Italico dati in concessione dal Coni alla Fin dal 2006. Gli 826 mila euro contestati - il cui utilizzo la FIN ritiene corretto nella forma e nella sostanza - non sarebbero giammai, per mera ipotesi, restituiti dal presidente e legale rappresentante Barelli, bensì dalla Federazione Italiana Nuoto al Ministero dell'Economia e Finanze che nel triennio 2005-2008 versò un contributo statale correttamente utilizzato dalla federazione come è stato già accertato dal procedimento archiviato dal tribunale di Roma nel 2016.
La Federazione Italiana Nuoto, quindi, desidera tranquillizzare tutti i lettori che non conoscono la verità. Come avvenuto finora, con piena fiducia nell'operato della Magistratura, la FIN affronta con serenità e collaborazione anche questa ultima appendice processuale, dimostrando ancora una volta la propria trasparenza amministrativa e cercando di limitare i danni di immagine già arrecati dalle iniziative del Coni di Giovanni Malagò, cui ancora nessun organo preposto al controllo ha chiesto chiarimenti perché evidentemente sbagliate e probabilmente pretestuose.
Sospese competizioni fino all’1 marzo

Il consiglio federale riunitosi a Roma, preso atto delle ordinanze disposte dalle autorità competenti, ed in particolare da alcune Regioni italiane, sospende lo svolgimento di tutte le competizioni e manifestazioni sportive, di ogni livello e dislocazione, fino a domenica 1 marzo compreso, al fine di evitare difformità nelle attività programmate sul territorio nazionale.
App Lazio Youth Card. FIN e Regione insieme

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingharetti ha presentato allo Spazio Rossellini a Roma le iniziative rivolte ai giovani per la nuova stagione. Dal bando delle Idee per gli under 35, alla seconda edizione del Lazio Sound, fino alla LAZIO YOUth CARD con le offerte della primavera 2020 che prevede la partecipazione della Federazione Italiana Nuoto attraverso il Trofeo Sette Colli di nuoto e da quest'anno i Campionati esordienti di tuffi, in programma rispettivamente allo Stadio del Nuoto e nella piscina coperta del Foro Italico dal 26 al 28 giugno. Testimonial dell'evento la giovane tuffatrice azzurra, campionessa europea dal trampolino tre metri sincro, Chiara Pellacani, accompagnata dal direttore tecnico della Nazionale di tuffi Oscar Bertone.
LAZIO YOUth CARD è l’App della Regione Lazio che garantisce ai ragazzi tra i 14 e i 30 anni un migliore accesso al turismo, alla cultura, allo sport e allo spettacolo. Non solo sconti, ma opportunità per i giovani del Lazio che hanno avuto la possibilità di accedere gratuitamente a tantissime iniziative speciali tra le quali il Sei Nazioni, gli Internazionali di Nuoto - Trofeo Settecolli, le partite della Virtus basket, il Romics, il Teatro dell’Opera, Interrail Europeo, il Mercoledì Gratis al Cinema, Coppa Italia, Lazio in Tour per viaggiare gratis d’estate su treni e bus. A oggi la LAZIO YOUth CARD ha raggiunto quota 70mila iscritti, più di 2mila le convenzioni attive in Italia, più di 35mila in Europa e oltre 50mila i biglietti gratuiti distribuiti.
Tutte queste iniziative ripartiranno in primavera per moltiplicare sempre di più le opportunità dedicate agli iscritti LYC con una nuova attenzione dedicata alle province.
Forum Piscine con relatori Panza e Bresci

Il segretario generale della Federnuoto Antonello Panza e il presidente del Comitato Regionale Toscana Roberto Bresci sono intervenuti in veste di relatori alla tavola rotonda sul tema "Ordinamento, Fisco, Lavoro e Sport", che si è svolta nell'ambito delle attività convegnistiche previste dal programma di Forum Piscine - 12th International Pool & Spa Exo and Congress, organizzato presso la tradizionale sede della Fiera di Bologna. Intervenuto anche l'avv. Guido Martinelli, esperto di diritto sportivo e fiscalità degli Enti Sportivi Dilettantistici. Il dibattito è stato moderato dal manager sportivo Marco Sublimi, già dirigente federale e consulente per la gestione di impianti natatori.
Trattati temi di grande attualità per i gestori delle strutture natatorie, con una profonda riflessione sui vari aspetti legati alla gestione dell'impiantistica sportiva che ha prodotto, tra l'altro, la presa d'atto della necessità di nuove strategie e di nuovi strumenti in grado di dare risposte alle crescenti difficoltà del settore.
All'interno del programma convegnistico, la FIN è intervenuta anche con le relazioni di Federico Gross sui temi "Cultura dell'acqua come chiave di successo del club " e "La Piscina inclusiva" e di Giorgio Quintavalle sul tema "Save Water, Save life".
Presente nell'area degli espositori anche lo stand della Sezione Salvamento della Federnuoto.
La FIN per lo sviluppo del nuoto in Thailandia

Una delegazione della federazione thailandese di nuoto, guidata dal vice presidente esecutivo Sirichai Distakul, è stata ricevuta dal coordinatore della Commissione Tecnico-Scientifica della FIN Marco Bonifazi, delegato del presidente Paolo Barelli, nella sede della Federazione Italiana Nuoto a Roma.
Nel corso della riunione, alla quale ha preso parte anche l’ex azzurra e campionessa olimpica ad Atene 2004 e europea a Eindhoven 2012 col Setterosa Elena Gigli, consulente della federazione thailandese, si è discusso della possibile cooperazione tra le federazioni per lo sviluppo delle discipline acquatiche in Thailandia.
La delegazione thailandese, completata dai vice presidenti Charoen Nopsuwan e Paiboon Vorravanpreecha, si ripromette di procedere alla stesura di una bozza di protocollo d’intesa da sottoporre successivamente all’attenzione della Federazione Italiana Nuoto.
Dallapè, ritrovate le medaglie rubate

Prima lo spavento, il dolore, la paura e poi il sollievo. Francesca Dallapè venerdì sera rientrando a casa ha scoperto i ladri all'interno del suo appartamento alla periferia di Trento. I malviventi avevano rubato tutte le medaglie vinte, a cominciare da quella d'argento conquistata alle Olimpiadi di Rio 2016 nel sincro con la compagna Tania Cagnotto. Ieri lo sfogo amaro su instagram: "Verso le ore 20,15 di ieri sono entrata a casa, avevo Ludovica in braccio e quando ho aperto la porta ho visto due persone, due figure nere. Mi sono messa a correre, sono scappata via, ho perso l'equilibrio e sono caduta. Per proteggere la bambina mi sono buttata sul lato destro e ho riportato contusioni a ginocchio e spalla. Ludovica fortunatamente non ha riportato nulla. Adesso è tutto in mano alla Polizia, so che qualche medaglia è stata ritrovata ma non so quali". I ladri, infatti, tra le altre cose, si sono allontanati con le più importanti medaglie conquistate dalla tuffatrice in carriera: 8 europee, due mondiali e l’argento olimpico. Il cofanetto è stato poi trovato poco lontano, abbandonato in un cespuglio e la polizia ha recuperato la refurtiva. Il Presidente Paolo Barelli, che aveva scritto alla campionessa di tuffi, manifestando solidarietà e assicurando un proprio intervento presso le autorità competenti, ha ricevuto rassicurazioni dall'atleta di essere tornata in possesso della refurtiva grazie all'intervento tempestivo delle forze dell'ordine. Le medaglie hanno un valore intrinseco incommensurabile: sono il simbolo di sacrifici, allenamenti, forza, coraggio, passione ma soprattutto rappresentano il loro valore etico che va ben al di là di quello materiale. Per questo va un plauso alla Polizia immediatamente operativa per ritrovare la refurtiva forse abbandonata anche per il senso di rimorso provato dai malviventi pentiti del loro gesto.