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"Nel nume del padre", il secondo libro di Massimo Castellani

Tuffi

Una parte della sua vita trascorsa sul trampolino e l'altra a servire lo Stato. La nascita del flglio e il momento del confronto con se stesso e con lui. Ecco "Nel nume del padre", e come in un discorrere socratico, Massimo Castellani e Leonardo Castellani, padre e figlio, si confrontano in un dialogo attuale e reale che è già una conquista di questi tempi, in cui spesso i figli preferiscono essere attaccati ad un iphone, piuttosto che confidarsi con un genitore. Massimo, ex atleta olimpionico e agente di PS dei reparti speciali, è un papà ingombrante con una gran voglia di partecipare. Leonardo, ex tennista e giovane attore della scuola del Piccolo Teatro, si ribella ma è incuriosito.
Il faccia a faccia attraversa competizioni mondiali, operazioni di polizia e modi di intendere la vita. Le analisi sono estreme come antitetici sono gli stati d'animo. O è solo apparenza? I due pensieri contrapposti si alleano in un esercizio al dialogo che mira a cambiare, non tanto il punto di vista dell'uno, ma l'anima di entrambi. Una dialettica delle immagini che vuole cogliere l'attimo, il momento che conta: ricco di passato e carico di avvenire. Un dialogo schietto, aperto e sincero tra padre figlio. Massimo e Leonardo, uno di fronte all'altro, in un invito al confronto e a raccontarsi.
"Nel nume del padre" è la seconda opera letteraria di Massimo Castellani, 59enne veronese trampolinista azzurro olimpico di tuffi a Seul 1988 e un oro e due argenti ai Giochi del Mediterraneo nel 1983 a Casablanca; 118 pagine, edite da Zerotre, tutte da vivere e in cui si intrecciano autobiografia e voglia di confrontarsi tra due generazioni differenti ma che in qualche maniera si sfiorano, fino ad incontrarsi, nella vita di tutti i giorni.

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