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Mondiali Master Granger, eroe dalla Francia

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Il 45enne non ha mai smesso di nuotare nonostante un tumore l'abbia colpito due volte, nel 1996 e nel 2003. "Vivo una vita piena, in piscina, con mia moglie e i miei 5 figli"

RICCIONE
E’ il personaggio, anzi, la persona, che più di tutte incarna questo mondiale. E’ Nicolas Granger, nuotatore francese di 45 anni che in questi mondiali ha già vinto 4 medaglie d’oro (100 stile, 100 dorso, 200 e 400 misti) e oggi punta alla quinta nei 400 stile.
Ciò che rende straordinario questo atleta non è tanto il suo numero di vittorie e di record: “Ho partecipato al mio primo mondiale master a Montreal nel ’94, prima ero un buon professionista e il mio ultimo era stato Riccione 2004 – racconta - Da allora sono tornato solo oggi. In totale ho vinto 16 medaglie d’oro e quest’anno, tra vasca corta e vasca lunga, ho battuto 7 record mondiali e 11 europei. Nuoto ancor più forte del 2004. E’ un’annata incredibile”.
 
Ciò che rende straordinario quest’uomo è che ha sconfitto per ben due volte un tumore ai testicoli e oggi, nonostante debba sottoporsi a trattamenti ogni dieci giorni e lo dovrà fare per sempre, vive una vita piena, riempita dall’affetto della moglie e dei cinque figli, due dei quali hanno meno di due anni. Un’esistenza scandita anche dal nuoto “che è il binario lungo il quale scorre la mia vita – afferma – E’ il mio punto fermo. Non ho mai smesso di nuotare da quando avevo sei anni, solo qualche settimana quando ero in chemioterapia”.
Continua Granger: “Nel ’96 fui colpito dal tumore per la prima volta, mollai per un qualche giorno gli allenamenti ma ripresi. Nel 2003, subii la seconda operazione per una recidiva. Facevo la radioterapia a Valence e in quel periodo si tenevano gli Europei master a Milleau, a circa 300 chilometri. Così, una mattina, finita la terapia sono partito, sono arrivato in tempo per disputare i 100 stile, li ho vinti e la sera sono ripartito per la seduta di radioterapia del giorno dopo. Ai mondiali di Riccione 2004 non ero a posto. La testa c’era, ma il fisico era debilitato dalla chemio che avevo iniziato”.
 
Quanto l’ha aiutata il nuoto a uscire dalla malattia?
“Tantissimo. Perché avevo sempre voglia di tornare in acqua per gareggiare. Era un obiettivo che avevo sempre in testa”.
 
Quanto è importante per lei questo mondiale? “Per uno come me, che è stato molto malato, l’importante è esserci. Vede, io nuoto seriamente ma non mi prendo sul serio e spero che chi legge quest’articolo colga la differenza. Vincere non cambia la mia vita di tutti i giorni. Io vivo nella regione della Champagne, a Troyes, e lavoro per i servizi sociali. Molti di quelli che lavorano con me non sanno che sono stato malato. E non sanno neanche che nuoto. La vita fuori dalle piscine è un’altra cosa. Io non credo di dover provare niente a nessuno ma se la mia storia può aiutare qualcuno, sono lieto di raccontarla”.
 
Le piace vincere? “Certamente, ma la mia filosofia è che se si partecipa a un mondiale, l’importante è portare a casa un oro, il resto è tutto di più. Quindi, direi che questo mondiale è andato benissimo. Poi mi piace vincere anche per la mia famiglia. Il nuoto può stressarti un po’ e magari, a volte, sei nervoso. Se vinco, penso di ripagare moglie e figli delle rotture di scatole che posso provocare”.
 
Granger nuota per il club Saint-Dizier ed è l’unico atleta della sua squadra presente a questi mondiali. “Però c’è mio padre, che ha 65 anni e nuota per un’altra squadra perché vive in un’altra parte della Francia. Anche lui è l’unico del suo club. Ci accompagna mia mamma, la sola che non scende in acqua”. Tra due anni, a Montreal, Granger sarà ancora l’uomo da battere. C’è da scommetterci.