Barelli: Il settore dello sport è tra i meno considerati

Il presidente Paolo Barelli è intervenuto a "Il caffè di Radio Uno Sport", programma condotto da Giacomo Prioreschi, soffermandosi sui provvedimenti contenuti nell'ultimo Dpcm con particolare attenzione a piscine e palestre. "Purtroppo la situazione di emergenza è sotto gli occhi di tutti, ovunque - sottolinea - Ciononostante l'Italia è di fatto aperta; il traffico c'è, le scuole sono operative, i mezzi pubblici funzionano e probabilmente sono la panacea per la diffusione del virus, bar e ristorante sono operativi fino alle 18. Le piscine invece sono aperte solo a pochi atleti e chiusi alla stragrande maggioranza dei praticanti tra il disappunto degli italiani. La questione è semplicemente drammatica: l'attività motoria e sportiva di base non si pratica a scuola, nelle università e gli enti locali non hanno le necessarie risorse da destinare alle politiche sportive. L'attività poggia sulle spalle e sulla responsabilità delle associazioni sportive: entità basate sul volontariato, il più delle volte senza fine di lucro, ovvero deboli. Se chiudono loro, chiudono anche gli impianti che gestiscono e non ci sarà più sport, non ci sarà più attività motoria in Italia. Questo problema è sottovalutato dalla politica".
Lo Stato dovrebbe intervenire in maniera adeguata. "Quante piscine ci sono nei plessi scolastici? Quante palestre sono a norma nelle scuole? Pochissime - continua Barelli - Lo Stato dovrebbe intervenire con contributi diretti e non con elemosina da quatto soldi. Solo così scongiurerebbe il fallimento di tante società che gestiscono impianti comunali o privati che siano e, in pratica, dello sport italiano. In questo momento tante categorie socio-economiche stanno soffrendo e nessuno pensa che lo sport debba essere in testa alla classifica dei sussidi. Ma i 5 milioni di praticanti delle discipline acquatiche e gli oltre 20 milioni di italiani che praticano attività sportiva meritano rispetto. Parliamo di numeri enormi e di salute pubblica. Se alle società arrivano 4/5.000 euro non serve a nulla. I conti stimano una necessità attuale pari almeno ad un miliardo di euro; se poi la chiusura dovesse protrarsi fino a dicembre/gennaio sarebbe un dramma. Il settore dello sport è debole ed è tra i meno considerati. Non è giusto".
Società in piena regola. "Malgrado il precedente lockdown abbia drammaticamente colpito le società, i gestori di piscine e palestre hanno ulteriormente investito per garantire a tutti i fruitori la tutela della salute nel rispetto delle misure anti-covid - assicura Barelli - Dopo che il premier Conte ha messo in guardia piscine e palestre, vi sono state oltre 250 visite dei NAS in una settimana e non mi è noto verbale che abbia censurato alcuna attività, anzi i tutori dell'ordine hanno formulato i complimenti ai gestori per il rigore procedurale. Se il Governo fermasse tutti, lo accetteremmo. Ma costringere solo il popolo delle piscine e delle palestre a casa non è ammissibile".
Tra nove mesi si celebreranno i Giochi Olimpici. "La federazione ha destinato ogni risorsa possibile per aiutare le società, ma il movimento è in forte difficoltà perché tenere le piscine aperte per pochi atleti è estremamente dispendioso, difficile - conclude Barelli - Le nostre società stanno compiendo sforzi enormi e non finiremo mai di ringraziarle, ma non può bastare e non è giusto ricordarsene solo in occasione dei successi internazionali. Peraltro siamo entrati nella stagione olimpica e questi provvedimenti rischiano di compromettere la preparazione di molti atleti di interesse nazionale di vertice, quelli delle discipline acquatiche in particolar modo".
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Barelli in piazza: Sport in ginocchio. Abbiamo bisogno di maggiori attenzioni
Il presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Barelli è intervenuto a piazza del Pantheon, a Roma, alla manifestazione di sensibilizzazione e preoccupazione nei confronti delle Autorità, da parte del mondo delle piscine e delle palestre all'indomani delle misure del nuovo Dpcm. Le parole del presidente esprimono preoccupazione e solidarietà: "E' un momento molto difficile per tutto il Paese. La grande famiglia dello sport rischia di cadere in una crisi profonda; è difficile accettare che l'attività di centomila associazioni sportive sia stata penalizzata in questa maniera.Tutto ciò non è accettabile. Auspico che le promesse che sono state fatte, anche al sottoscritto non più tardi di domenica scorsa, dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte siano mantenute. I soldi che servono sono tanti. Le categorie che stanno soffrendo in Italia sono molteplici: il mondo dello sport non è l'unico ad essere in ginocchio. Non so se ci saranno fondi a sufficienza per tutti: me lo auguro. Lo sport in Italia, ahimè, non lo si pratica a scuola, nelle università ma esclusivamente per merito delle associazioni sportive e di tutte le persone, tecnici e non solo, che ci lavorano".
Successivamente Barelli è intervenuto ai microfoni di FM Italia TV Live Radio, nel corso della trasmissione condotta da Mimmo Contestabile, esprimendo tutta la preoccupazione propria e delle società. "Ritengo, innanzitutto, che la società italiana e la politica in generale sia abituata a vedere il mondo dello sport organizzato dalle società e associazioni sportive, dando per scontato che ciò possa continuare senza un valido supporto. Sostengo questo perchè in altri Paesi d'Europa e del mondo sono lo Stato, la Scuola e i Comuni a promuovere l'attività motoria e sportiva. In Italia, invece, ciò non accade. Le società sono altresì entità deboli che in questa situazione drammatica sono risultate esserlo ancora di più. Questa debolezza non è minimamente compresa e quindi sostenuta e alleviata dal Governo. Tenete presente che sono circa centomila le associazioni sportive in Italia e sono migliaia gli impianti sportivi che offrono la possibilità di svolgere attività motoria ai cittadini. Questo mondo deve ricevere maggiori attenzioni".
Riguardo all'ultimo Dpcm, il presidente della Federnuoto chiarisce. "Gli impianti sportivi, piscine e palestre, sono gestite da privati e si sostengono con i ricavi. I costi di gestione sono notevoli e non è previsto, come in altri Paesi, l'intervento dell'Università o dello Stato; pensare di tenerli aperti soltanto per i campioni vuol dire portarli ben presto alla chiusura. Il tema non è oggettivamente inquadrato nella dimensione del fenomeno sportivo italiano. Siamo dinanzi ad una pandemia ed è logico che chiunque sia al Governo debba prendere decisioni forti. Ma il problema non sono i nostri impianti, com'è stato dimostrato dalle centinaia di controlli dei NAS sul territorio nazionale. Sono stati proprio loro, i tutori della salute pubblica, a farci i complimenti e dirci che il problema non siamo noi ma piuttosto i mezzi pubblici, le metropolitane, il traffico che si genera per andare a scuola e tornare a casa, gli assemblamenti umani. Negli impianti sportivi gli ingressi sono già selezionati e controllati nel pieno rispetto di tutte le norme".
Sulla ripresa dell'attività e la ripartenza dei campionati di pallanuoto maschile femminile, prevista sabato 7 novembre, Barelli aggiunge. "Il mondo sportivo non deve cadere nella depressione e nel pessimismo. Noi vogliamo ripartire e stiamo facendo di tutto per riuscirci. Abbiamo limitato la formula del campionato e stiamo dando indicazioni molto chiare e molto serie per tutelare gli atleti dai rischi di contagio con tamponi preventivi. La Federazione ha già assegnato circa cinque milioni di euro alle società sollevandole di fatto dal versamento delle tasse gare, delle iscrizioni ai campionati e del tesseramento degli atleti ma non possiamo sostituirci allo Stato. Non abbiamo i fondi per dare sollievo a tutte le piscine italiane".
DPCM 24 ottobre. Attività di interesse nazionale

A seguito della pubblicazione del nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre scorso e alle relative FAQ, la Federazione Italiana Nuoto - attenendosi scrupolosamente a quanto disposto - comunica che le attività di interesse nazionale sono quelle che coinvolgono gli atleti tesserati alla Federazione Italiana Nuoto (di ogni settore e categoria di età) nell'ambito delle competizioni inserite nei calendari e nei regolamenti federali delle singole discipline.
Consulta il DPCM del 24 ottobre con particolare riferimento alla lettera e) del comma 9 dell'art. 1 del DPCM "Misure urgenti di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale" che decreta testualmente tra le misure da adottate "Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sull'intero territorio nazionale" la sospensione degli "eventi" e delle "competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato" pur "restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali, all'interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all'aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva" e che "le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva".
Consulta le FAQ ed in particolare quella sugli "allenamenti e le gare di atleti agonisti in piscina, pallanuoto compresa". Essa spiega che "le sessioni di allenamento e le competizioni degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di interesse nazionale ... sono consentite a porte chiuse" e che "gli sport di contatto di interesse nazionale, svolti in piscina (es. pallanuoto) potranno continuare con gli allenamenti e le competizioni".
Barelli: Conte mi ha promesso contributi immediati per piscine, palestre e società

"Il presidente Conte mi ha chiamato nel pomeriggio dopo la conferenza stampa nella quale, tra l'altro, ha comunicato la chiusura di piscine e palestre fino al 24 novembre": lo dice al telefono con l'ANSA Paolo Barelli, presidente della Federnuoto. Il presidente del Consiglio, sottolinea Barelli, "ha promesso che il governo provvederà nell'immediatezza ad erogare ingenti contributi a fondo perduto per i danni causati dalla chiusura delle piscine e palestre". "Ho spiegato al presidente Conte - dice Barelli - il disappunto dello sport e in particolare di quello del nuoto, delle piscine e delle palestre per la decisione di far chiudere gli impianti, decisione incomprensibile non motivata da valutazioni scientifiche e dopo 200 controlli effettuati dai NAS durante l'ultima settimana". "I controlli effettuati - prosegue il presidente della Fin - hanno dimostrato la precisione dei gestori nell'applicare rigidi protocolli anti Covid a garanzia della salute degli utenti. Piscine e palestre dovevano almeno essere al pari di bar e ristoranti e restare aperte fino alle 18; cosi è stata una ingiustizia indigeribile dal mondo dello sport". "Il presidente Conte - dice Barelli - ha manifestato il suo dispiacere per le decisioni che hanno toccato anche altri settori, e ha promesso che il governo provvederà nell'immediatezza ad erogare ingenti contributi a fondo perduto per i danni causati dalla chiusura delle piscine e palestre e alle societa sportive in genere". In conclusione Barelli sottolinea come "nella telefonata cordiale, volta alla collaborazione e ad informare il presidente Conte della situazione, ho ribadito che le somme ricevute finora per il lockdown di marzo sono state irrisorie e molte società sono già fallite; se falliscono le società e gli impianti sportivi, ho insistito, i cittadini non potranno più praticare alcuna attività motoria e sportiva in quanto scuola ed enti locali non sono da sempre in grado di garantirla".
Subito dopo il nuovo Dpcm Barelli aveva espresso la propria delusione all'agenzia Italpress. "Non si capisce come si sia arrivati a una chiusura irriguardosa e ingiusta, anche tenendo conto degli oltre 200 controlli da parte dei NAS e dei soldi spesi per farli, nei centri natatori e nelle palestre d'Italia che fra l'altro hanno dato dei riscontri positivi nella lotta al contagio. Perché allora fare questi controlli?". Paolo Barelli, presidente della Federnuoto e deputato di Forza Italia, boccia le misure contenute nell'ultimo Dpcm che stabilisce da domani e fino al 24 novembre la sospensione delle attività di "palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per quelli con presidio sanitario obbligatorio o che effettuino l'erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza".
"Il problema vero - prosegue Barelli all'Agenzia Italpress - è l'inconsistenza dei provvedimenti che non sono stati presi negli ultimi 4 mesi per quanto concerne i mezzi pubblici e la scuola, che sono ambiti dove la diffusione del contagio è trasversale alla società italiana. Palestre e piscine hanno speso centinaia di migliaia di euro per adeguarsi alle norme e addirittura superarle, incrementando le disposizioni sul distanziamento e sul limite controllato di utenza".
Il numero uno della Fin si chiede perché "a fronte dei soldi privati spesi dai gestori, che si sono indebitati, lo Stato non ha investito per favorire la didattica a distanza o rafforzare i trasporti per anticipare quello che sarebbe accaduto". "Il mondo dello sport - chiosa Barelli all'Italpress - non può accettare questa censura. Chi paga ora i costi di gestione? Ho già fatto presente al ministro Spadafora e a Palazzo Chigi che lo sport morirà se non mettono a disposizione immediatamente tre miliardi per le piscine e le palestre e le società sportive".
Successivamente il presidente Barelli aveva rilasciato altre dichiarazioni all'agenzia ANSA, sottolineando che "il nuovo Dpcm dimostra la totale insensibilità verso il mondo dello sport". "Se non ci sono interventi immediati che permettano alla società sportive e ai gestori di palestre e piscine di credere ancora nel governo, non solo ci sarà il fallimento totale, ma è prevedibile una protesta inesorabile sui territori", prosegue Barelli. "Il governo sottovaluta la rete dalla società sportive che gestiscono impianti sportivi e garantiscono l'attività motoria dei cittadini sul territorio. Questa chiusura è ingiusta: perché questa scelta dopo che 200 controlli dei Nas con la dichiarazione che le misure di sicurezza erano pienamente rispettate? Perchè ristoranti e bar chiudono alle 18 e le piscine rimangono chiuse tutto il giorno? Quale è lo studio epidemiologico alla base di questa scelta? "Perché il governo ha pensato ai banchi con le rotelle - accusa ancora Barelli - e non ha pensato a cablare la scuola per permettere realmente la didattica a distanza? Perché si penalizza l'unico settore che si è 'cablato', ovvero ha investito sulla sicurezza?". La chiusura di palestre e piscine, conclude Barelli, "è inaccettabile".
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Barelli: Chiusura sport sarebbe inaccettabile

"Pensare di punire il mondo dello sport chiudendo palestre, piscine e centri sportivi, tenendo invece aperte quasi tutte le altre attività, è inaccettabile e non potrebbe che generare una vibrante protesta da parte del nostro mondo. Così facendo si puniscono le centinaia di migliaia di persone che lavorano in questo settore e la salute di milioni di cittadini". Il presidente della Federnuoto, Paolo Barelli, si esprime così in merito alla bozza del Dpcm che prevederebbe la chiusura di palestre e piscine. "A maggior ragione dopo che in questa settimana in oltre 200 controlli da parte dei Nas tutte le nostre piscine sono state trovate perfettamente a norma rispetto a tutte le regole antiCovid - sottolinea Barelli all'Adnkronos -. Se ci dovesse essere questa chiusura il Governo dovrebbe mettere sul tavolo almeno 3 miliardi per tamponare le perdite di un settore che in pratica è chiuso da marzo e non l'elemosina che abbiamo visto in questi mesi. Se così non fosse la reazione non potrebbe non essere forte".
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105 controlli a piscine senza criticità. Barelli: "Contento per serietà di società e gestori"

"Sono contento della serietà delle società sportive e degli operatori che gestiscono le piscine, che dimostrano di rispettare a pieno le regole con professionalità ed estremo riguardo per il benessere degli utenti". Così il presidente della Federnuoto Paolo Barelli dopo che sono stati comunicati i dati relativi ai controlli finora effettuati (105 ispezioni) sugli impianti e "non sono state rilevate criticità".
I controlli sono stati svolti per lo più dai Nas dei Carabinieri presso le piscine di tutto il territorio nazionale e ad oggi "l'esito, verificato dalla Federazione Italiana Nuoto sulla base dei verbali redatti, non ha evidenziato alcun caso di criticità o difformità circa il rispetto delle citate norme vigenti".
La Federnuoto annuncia allo stesso tempo l'istituzione dal giorno 20 ottobre di un osservatorio centrale per monitorare l'andamento dei controlli effettuati dall'Autorità competente a partire dal 21 ottobre presso le piscine gestite e utilizzate sul territorio nazionale dalle società sportive affiliate ed aperte ai tesserati e agli utenti in genere.
I controlli riguardano il rispetto delle normative in materia anti-Covid relative agli emanati Dpcm, delle disposizioni del ministero della Salute e dalle Regioni circa gli aspetti igienico-sanitari delle piscine, infine della sicurezza in materia di lavoro, oltre ad ulteriori adempimenti amministrativi.
Il monitoraggio è avvenuto con il supporto dei 20 Comitati Regionali federali coadiuvati dalle relative articolazioni periferiche e attivati a partire dalla serata del 20 ottobre. Gli impianti oggetto del monitoraggio sono di norma provvisti di piscine per l'utilizzo a carattere sportivo agonistico e a carattere ludico-motorio, per lo più dotati anche di palestra e strutture di servizio connesse. "Le Società Sportive, nell'ambito dell'attività di controllo effettuata, hanno acquisito da parte delle autorità competenti impegnate, apprezzamento sull'adeguatezza degli standard riscontrati e accoglimento positivo sulle iniziative poste in essere per il contenimento della diffusione del virus", viene sottolineato. (Agenzie ANSA)
Barelli: Costi enormi per mettersi in regola e norme rispettate

"Sono perplesso su come è stata posta ieri in conferenza stampa dal presidente del consiglio Giuseppe Conte la questione delle piscine e delle palestre, perché non vanno accomunate". Non usa mezzi termini il presidente della Federnuoto Paolo Barelli, sentito dall'Adnkronos in merito al nuovo Dpcm, in vigore dal 19 ottobre, sulla probabile chiusura di palestre e piscine se non vengono rispettati i protocolli. "E' chiaro che si debba approfondire la questione, cercando di capire chi ha dato quelle determinate informazioni a chi di dovere", il riferimento, ancora una volta, è alla frase che il premier ha pronunciato ieri e secondo cui ci sono degli impianti che ancora non sono a norma. "Tutti i gestori di piscine - continua il numero uno della Fin - hanno speso centinaia di migliaia di euro per mettersi al passo con le regole, tramite sanificazioni, prenotazioni, ingressi contingentati, dietro c'è un costo enorme. C'è sempre stato il rispetto delle norme da parte di tutti, non si capisce come mai si è andati a individuare proprio queste categorie".
"Siamo in attesa di capire e abbiamo chiesto un nuovo incontro con il ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, alla presenza anche del ministro della Sanità e dei membri del Cts, questo perché chiariscano se siano validi i protocolli per la fruizione degli impianti natatori. Non bisogna essere generici e colpire solo coloro i quali non si possono difendere, non si deve mettere un'intera categoria sul banco degli imputati", ribadisce Barelli. "C'è il dubbio, se non addirittura la certezza, che si dovesse chiudere qualcosa e si è deciso di farlo con chi ha meno potere", conclude il presidente della Federnuoto.
Barelli: "Società sportive garantiscono sicurezza e salute"
"Il governo pare abbia l'intenzione di tenere aperti teatri e cinema oltre a bar e ristoranti: una notizia positiva in quanto sono attività importanti per il Paese. Ma non si capisce perché tra i ministri e i membri del CTS c'è chi invece pretende di chiudere palestre, piscine e gli impianti sportivi in genere, dove, come noto, vengono garantiti con perizia i protocolli anti virus indicati dalle federazioni nazionali e concordati con il ministero competente". Il presidente della Federnuoto e parlamentare di Forza Italia, Paolo Barelli, protesta parlando con l'ANSA contro l'ipotesi che il nuovo Dpcm preveda, tra le misure per arginare la diffusione del covid, la chiusura di piscine e palestre. "Sembra che ci siano ministri più di peso rispetto ad altri che proteggono le categorie di attività di propria competenza a discapito di altre - aggiunge Barelli - se così fosse, e voglio credere non lo sia, sono sicuro che lo sport reagirebbe con forza". "Oltre alla beffa di aver speso ingenti somme per adeguare gli impianti sportivi alle esigenze anti Covid - sottolinea il n.1 del nuoto - se ne aggiungerebbe ora una seconda: farli chiudere impedendo agli atleti e ai cittadini in genere di praticare in sicurezza lo sport. Se il governo vuole imporre il lockdown al Paese lo faccia, ma non mettendo immeritatamente sul libro nero le attività sportive organizzate per lo più da società dilettantistiche nei propri impianti che garantiscono, in piena sicurezza, la salute a tutti i cittadini e non solo ai campioni".
Ieri sera, al TG1, il presidente Barelli aveva affermato ulteriormente l'importanza delle società e associazioni sportive che consentono e garantiscono la pratica sportiva: "Bloccare lo sport italiano è una decisione molto dura - aveva sottolineato - Le 70.000 società sportive permettono di praticare attività motoria e sportiva a milioni di italiani".
Festival dello Sport. Lo show del nuoto

Poi tutti all'Università del nuoto con il Masterclass dove la vicecampionessa olimpica della 10 chilometri di Rio 2016 e vincitrice delle world series 2019 Rachele Bruni e la campionessa europea dei 200 dorso a Glasgow 2018 Margherita Panziera, si sono raccontate ed hanno spiegato i quattro stili, coordinate sapientemente dal direttore tecnico della Nazionale di nuoto Cesare Butini e dal presidente della Federazione Italia Nuoto Paolo Barelli. Il Presidente ha aperto spiegando come il sistema virtuoso del nuoto di alto livello abbia trascinato anche la base con la crescita di tesserati e dei tanti piccoli campioni, linfa vitale dell'intero movimento che vuole confermarsi ad ogni quadriennio olimpico nelle posizioni conquistate. Le campionesse azzurre hanno spiegato dettagliatamente l'approccio alle gare, tutti i segreti della preparazione, gli obiettivi per poi tuffarsi in acqua e illustrare i quattro stili guidati dalle nozioni e dagli esercizi utili a chi nuota da parte del direttore tecnico azzurro Butini.
Gran finale con il bronzo olimpico nei 400 e 1500 stile libero a Rio 2016, campione mondiale degli 800 a Budapest 2017 Gabriele Detti e la campionessa del mondo dei 1500 stile libero a Gwangju 2019 Simona Quadarella, tre medaglie d’oro agli Europei 2018, ospiti a Milano, presso la Sala Buzzati, intervistati dai giornalisti della Gazzetta dello Sport Stefano Arcobelli e Antonino Morici. Tanti gli argomenti trattati sempre con l'obiettivo finale di Tokyo per i due mezzofondisti azzurri, che avranno due chances di podio in più dopo l'introduzione degli 800 stile libero maschili e i 1500 stile libero femminili. Il racconto parte dalla parola fatica. “Ma io sono abituato a questi chilometri. Mi viene quasi naturale”, spiega Gabriele. Simona ora ha una “consapevolezza diversa” anche sugli 800, non solo sui 1500. Avrete capito che Tokyo è in cima a tutti i pensieri. Detti, un consiglio alla Quadarella che esordirà ? “Stiamo parlando di una campionessa del mondo, consigli zero. Comunque l’importante è stare tranquilli, in fondo è una gara che si chiama Olimpiade, ma noi sappiamo il lavoro che abbiamo fatto per arrivarci”. Simona racconta anche la delusione della mancata partecipazione di Rio. Voleva smettere, poi il suo tecnico Minotti la convinse. “Cristian è bravo a consolare ed a provocare gli atleti. Io ero giù mentalmente, ma poi ho ricominciato più forte di prima”. E gli inizi? Ecco Gabriele: “A otto mesi mi buttarono in acqua come succede sempre, io finii sotto come tutti ma risalii sorridendo. A quel punto era tutto già scritto: farai nuoto, sicuro”. Per Simona fondamentale è stata la sorella a spronarla “La imitavo in tutto, non solo nel nuoto. Feci un tema a scuola in cui dicevo che volevo nuotare come mia sorella. Poi a un certo punto l’ho superata”.
MasterClass – Margherita Panziera, Rachele Bruni, Cesare Butini (Paolo Barelli)
Gabriele Detti intervistato da Stefano Arcobelli
Simona Quadarella intervista
La resistenza dell’acqua – Filippo Magnini
Oro liquido – Massimiliano Rosolino intervista Mark Spitz
“A Tokyo vado anche a nuoto” –Simona Quadarella e Gabriele Detti
“Pronti a ripartire, obiettivo Tokyo” – Simona Quadarella e Gabriele Detti
Pedersoli sotto al minuto nei 100 sl 70 anni fa. Il ricordo di Salsomaggiore

Il 18 settembre di settanta anni fa, nella piscina Leoni di Salsomaggiore Terme, Carlo Pedersoli infrangeva la barriera del minuto nei 100 stile libero. Mai nessun italiano ci era riuscito. Colui che poi sarà noto come "Bud Spencer", attore amato da grandi e piccini in tutte le latitudini, nuotò in 59"7 senza giudici ufficiali. Tempo, dunque, privo dei criteri che consentissero la convalida e che non troverete nelle graduatorie. La notizia dell'impresa giunse immediatamente alla federazione che consentì la ripetizione della gara l'indomani con cronometristi e giudici ufficiali e Pedersoli coprì la distanza in 59"5 migliorando ufficialmente il precedente primato stabilito da Celio Brunelleschi il 30 aprile 1948 in un minuto netto. Pedersoli migliorerà quel primato alte due volte, buttando giù anche il muro del 59 secondi in 58"9 e 58"2 il 21 giugno 1952; concluse la carriera con il primato personale non ufficiale di 57"7.
Il Comune di Salsomaggiore ne ricorda le gesta con un bassorilievo, realizzato dallo scultore tabianese Mauro Becchi sulla base di alcuni disegni prodotti dagli alunni delle scuole primarie e medie della cittadina nota, tra l'altro, per avere ospitato 39 edizioni delle finali di Miss Italia.
L'evento si svolgerà sabato, alle 17:00, nella piscina Leoni, nell'ambito della seconda edizione di "Acqua nell'acqua" organizzata dall'associazione filantropica Lions Club Salsomaggiore e dall'amministrazione comunale che consegneranno agli alunni, che hanno iniziato la scuola primaria, una borraccia per alimentare la riduzione dell'utilizzo della plastica, il rispetto dell'ambiente e una sana coscienza sociale.
La Federazione Italiana Nuoto sarà presente con il direttore tecnico della squadra nazionale Cesare Butini e con il capitano Fabio Scozzoli.
La scheda di Carlo Pedersoli (alias, Bud Spencer). Nasce a Napoli il 31 ottobre 1929. Celebre attore italiano, particolarmente noto per i suoi film in coppia con Mario Girotti (alias, Terence Hill) ed ex-nuotatore e pallanotista, più volte campione italiano a rana e stile libero. Già da piccolo si appassiona allo sport in genere dimostrando evoluta predisposizione. Nel 1937 diventa membro di un club locale di nuoto e vince alcuni premi. Successivamente si trasferisce con la famiglia prima a Roma, dove si distingue come ranista nelle categorie giovanili, e poi in Venezuela. Torna in Italia verso la fine degli anni '40 e, da atleta della S.S. Lazio Nuoto, diventa campione italiano di nuoto a rana nelle categorie giovanili (1945) senza disdegnare la pallanuoto. Successivamente si specializza nei 100 stile libero diventando il primo italiano a infrangere la barriera del minuto nel 1950, anno in cui partecipa ai campionati europei di Vienna arrivando quinto. Nel frattempo riprende gli studi iscrivendosi all'Università di Roma, alla facoltà di Giurisprudenza. Viene anche notato dall'ambiente cinematografico per la sua struttura fisica ed il suo esordio avviene con la grande produzione hollywoodiana “Quo Vadis?” del 1951 in cui interpreta un centurione dell'impero romano. Continua ad allenarsi e ad alternarsi tra nuoto e pallanuoto. Nella primavera del 1951 partecipa a una lunga tournée in Germania con la Lazio. Per la pallanuoto gioca solo le amichevoli poiché la federazione impedisce agli "atleti-nuotatori sotto controllo federale" di giocare in campionato, ma a causa di un infortunio di Geminio Ognio viene schierato contro lo Sturla, quindi squalificato con relativa multa alla società. Cambiati i regolamenti, comincia a praticare anche la pallanuoto con continuità. L'anno successivo gareggia alle Olimpiadi di Helsinki 1952 raggiungendo le semifinali nei 100 stile libero. Dopo i Giochi finlandesi, insieme ad altri promettenti atleti, viene invitato alla Yale University e trascorre alcuni mesi a New Haven, nel Connecticut, negli Stati Uniti dove porta il primato personale sul non ufficiale 57"7. Centravanti titolare della Lazio segna gol a raffica nel campionato del 1953 giungendo terzo nella classifica cannonieri (27 reti) e contribuendo al quarto posto in classifica. Le buone prestazioni lo portano a debuttare in Nazionale e in una partita contro la Spagna a Genova, il 30 settembre, segna tutte e cinque le reti del successo azzurro. L'anno successivo contrae una seria forma di periostite che non gli consente di difendere il titolo di campione italiano dei 100 stile libero che aveva già vinto 4 volte e di avere un rendimento altalenante nella pallanuoto. La stagione dopo conquista la medaglia d'oro ai Giochi del Mediterraneo di Barcellona. Nel frattempo la sua presenza nel mondo del cinema diventa sempre più apprezzata sottraendo spazio allo sport seppur alle Olimpiadi di Melbourne del 1956 riesce a ottenere un buon undicesimo posto nei 100 stile libero.
Nonostante i numerosi impegni, sportivi e non, Carlo consegue la Laurea in Legge. Nel 1958 lascia l’Italia e per un anno lavora a un progetto della Panamericana, la strada che attualmente collega Panama a Buenos Aires. Nel 1959 torna in Patria e si dedica alla composizione di colonne sonore, ottenendo un contratto con la RCA. Nel 1960 sposa Maria Amato, figlia di un grande produttore cinematografico. Riluttante al cinema, continua ad occuparsi di musica fino al 1967, quando prende il via la sua carriera. In quell'anno Giuseppe Colizzi, suo vecchio amico, gli offre una parte in un film e, dopo qualche esitazione, Pedersoli accetta. Sul set conosce il suo partner di lavoro, un giovane attore con all'attivo varie pellicole, ma in ruoli secondari e sconosciuto al grande pubblico: è Mario Girotti, suo futuro inseparabile compagno, meglio noto come Terence Hill. Il film "Dio perdona... io no!" è la prima pellicola della coppia, diventata poi nel tempo inossidabile per questo genere di produzioni. Le due star nelle presentazioni in locandina decidono di cambiare i propri nomi, considerati troppo italiani per fare colpo a livello internazionale, per rendere più credibili le opere e i personaggi interpretati. Gli pseudonimi che li renderanno celebri sono, rispettivamente, quelli di “Bud Spencer” e di “Terence Hill”. Negli anni seguenti la coppia gira numerosi film assieme, soprattutto del genere spaghetti-western. Parallelamente al cinema, Pedersoli porta avanti le sue passioni fra le quali anche quella del volo: nel 1975 infatti consegue la licenza di pilota di elicottero per l'Italia, la Svizzera e gli Stati Uniti. Da ricordare è anche il suo amore per la musica: nel 1977 scrive alcune canzoni per "Lo chiamavano Bulldozer", delle quali una viene da lui stesso interpretata durante il film. Negli ultimi anni, Pedersoli dimostra ampiamente le sue qualità di attore drammatico, dedicandosi anche a film impegnati come "Cantando dietro i paraventi" (2003) di Ermanno Olmi e "Uccidere è il mio mestiere", una produzione tedesca dove interpreta il maestro di un assassino completamente cieco. Nel 1979 riceve il premio Jupiter come star più popolare in Germania. Nel 2004 diventa testimonial della Federazione Italiana Nuoto. Nel 2005 il Comune di Civitavecchia gli attribuisce il Caimano d'Oro "per la sua carriera di nuotatore, e per essere rimasto sempre vicino a questo sport anche quando è diventato un attore affermato e conosciuto in tutto il mondo". Carlo Pedersoli sceglie il suo soprannome "Bud Spencer" in onore del suo idolo, Spencer Tracy, e per la sua birra preferita, la Budweiser. Ci lascia il 27 giugno 2016, a 86 anni.