L'amore unisce oltre la volontà dell'uomo. Tritone Giorgio Minisini e sirena Manila Flamini si cercano, si sfiorano in un abbraccio accennato e si dividono disperati. E' un amore impossibile, bramato, desiderato, il cui finale è lasciato all'immaginazione di ognuno. L'esercizio dei campioni del mondo appassiona il pubblico, commuove lo staff azzurro, non la giuria che lo valuta 90.3829 punti (27.1 per l'esecuzione, 27.3 per l'impressione artistica e 35.9829 per gli elementi), 1.2049 meno di quanto ottenuto dai russi Mayya Gurbanberdieva e Aleksandr Maltsev (91.5878) che eseguono una prestazione perfetta dal punto di vista tecnico, ma emotivamente arida, su classiche musiche da Bolscioi. In quel punto e oltre di differenza c'è l'innovazione che sfida il sistema, che cerca di rompere il conservatorismo dei giudici. C'è il progresso, il futuro del sincro misto che probabilmente, più poi che prima, arriverà alle Olimpiadi con l'esercizio di squadra.
Gli azzurri danzano sulle note di "Tritone" di Michele Braga con coreografia di Anastasia Ermakova. Manila Flamini - al penultimo corto della carriera - indossa "il più bel vestito", disegnato da lei, cucito da una sarta amica di famiglia e ricamato dalla mamma con swarovski, perle e conchiglie, che ha raccolto l'ultima volta che è stata all'isola del Giglio, e abbinato ad un copricapo realizzato con una rete di un pescatore, di cui un piccolo drappo finisce sul costume di Giorgio Minisini "che finalmente sembra un vero sincronetto".
L'intro di 27-28 secondi è un continuo gioco di braccia e gambe, di intrecci e contorsioni. In acqua l'esibizione asseconda il crescendo della musica con piedi in avanscoperta, gambe che cercano la libertà, inseguono il sogno, braccia che gridano al cielo la disperazione per un amore incompiuto, composizioni circolari, sensuali, fugaci per finire con piccoli gesti di coltivata, ma inespressa passione e i corpi degli amanti che si allontanano senza smettere di guardarsi.
"I ragazzi sono stati meravigliosi - asserisce il cittì Patrizia Giallombardo, che ne segue la preparazione insieme a Rossella Pibiri - Più di questo non potevano fare; hanno trasmesso un pathos incredibile. Non ci resta che confidare nei giudici. Sono estremamente soddisfatta", come gli artefici dello splendido esercizio. "In stagione abbiamo compreso l'importanza della consapevolezza - racconta il 23enne Minisini, romano come la 31enne Flamini con cui condivide anche le società (Fiamme Oro e Aurelia Nuoto) - Il nostro è uno sport valutato da una giuria, quindi il risultato non dipende solo da noi o da parametri certi come può essere un cronometro. I russi sono più puliti, ma noi cerchiamo di trasmettere emozioni che restino oltre il risultato; proviamo a segnare un percorso per il futuro dei misti". "Il nostro esercizio è migliore di quello russo dal punto di vista emotivo. Per noi questo fattore conta molto - continua Flamini, insieme a Giorgio vice campione mondiale del libero, così come europeo di entrambe le routine - Noi non siamo degli esecutori, ma siamo delle persone che cercano di emozionare ed emozionarsi. In acqua mi sono davvero divertita, mi sono goduta la gente che sorrideva, che applaudiva, che faceva il tifo".
Difficile, ma non impossibile prevedere che cambino le posizioni in finale. Dipenderà dall'esecuzione degli esercizi, certo; ma anche da quanto i giudici pesaranno il gradimento del pubblico, nettamente in favore degli azzurri. Il grido di libertà che conquistò il mondo a Budapest si è trasformato in un grido di vendetta dei russi offesi nell'onore e tornati a vincere già a Glasgow la scorsa estate.
Appuntamento a lunedì alle 17:00 locali, le 10:00 italiane, quando è presumibile che i favoriti giapponesi Atsushi Abe e Yumi Adachi (88.2948) sfideranno gli statunitensi Natalia Vega Figueroa e Bill May (86.3969) per la medaglia di bronzo. Potrebbe essere una delle ultime performance del 40enne May, promotore del nuoto sincronizzato maschile, cui fu impedito nel 2004 di partecipare alle Olimpiadi di Atene e che vinse la sua battaglia con l'introduzione del duo misto ai mondiali di Kazan 2015 dove conquistò l'oro nel tecnico ed esordì l'allora 19enne Minisini col bronzo nel libero (insieme a Mariangela Perrupato) e nel tecnico (con Flamini).
Il programma della giornata prosegue con la finale del solo tecnico alle 19:00 locali, le 12:00 italiane. Linda Cerruti parte dal sesto posto dei preliminari.
Preliminari duo misto - routine tecnica
1. Mayya Gurbanberdieva e Aleksandr Maltsev (Rus) 91.5878
2. Manila Flamini e Giorgio Minisini 90.3829
3. Atsushi Abe e Yumi Adachi (Jpn) 88.2948
4. Natalia Vega Figueroa e Bill May (Usa) 86.3969
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Cerruti sesta nella finale del solo tecnico. Sapeva che avrebbe dovuto danzare con tutta la passione e attenzione possibile per migliorare l' 87.8093 dei preliminari e coltivare l'ambizione di scalare un altro gradino della classifica mondiale del tecnico. L'obiettivo era la canadese Jacqueline Simoneau, 1.3434 di vantaggio, quinta in partenza.
Linda Cerruti fluttua nell'acqua con delicatezza, cerca gli allunghi che ancora non ha trovato, la pulizia dei gesti seppur semplici. Rapisce l'attenzione con giochi di mani e piedi, braccia e gambe che disegnano armonie leggiadre e impetuose a seconda del ritmo: che sia un pizzicato o un arpeggio tratti da "Insomnia" di Alexey Arkhipovskiy, virtuoso della balalaica, che accompagna la coreografia di Gana Maximova. L'intro dell'esercizio, nel totale silenzio, conquista l'attenzione del pubblico al Yeomju Gymnasium di Gwangju come nei preliminari. La doppia capriola all'indietro induce allo stupore. La 25enne savonese - vice campionessa europea del libero, che ha già conquistato 15 medaglie europee - appare più stabile in acqua, consapevole, determinata e viene valutata 88.0378 (26.6 per l'esecuzione, 26.8 per l'impressione artistica e 34.6378 per gli elementi). Purtroppo non bastano all'atleta tesserata per Marina Militare e RN Savona per andare oltre il sesto posto dei mondiali di Budapest, raggiunto scalando una posizione alla volta dopo il nono a Shanghai 2011 per l'esordio iridato a 17 anni, l'ottavo di Barcellona 2013, il settimo di Kazan 2015. Al quinto posto si conferma la canadese Jacqueline Simoneau che si migliora in 89.2932 congelando posizioni e persino la distanza nel punteggio come due anni fa. "Sono contenta della finale - racconta Cerruti - Ho nuotato meglio rispetto ai preliminari malgrado qualche elemento ancora da perfezionare. E' un esercizio difficile, nuovo, su cui abbiamo cominciato a lavorare a marzo. La prossima stagione sarà pronto". Soddisfatta anche il cittì Patrizia Giallombardo: "Linda ha disputato una bellissima finale, correggendo gli errori commessi nei preliminari. Per lei sarà un mondiale molto difficile perché prenderà parte a otto esercizi, ovvero a 15 routines. Sono sicuro che faremo bella figura".
La finale non cambia la classifica dei preliminari; quasi non servisse il secondo turno. Tutto confermato, perfino il miglioramente del punteggio appare proporzionato. Speriamo che il metro di giudizio cambi nel corso della settimana perché rattrista considerare il sacrificio di federazioni e atleti mortificato da voti espressi senza coraggio.
Pertanto la campionessa mondiale russa Svetlana Kolesnichenko si conferma d'oro con 95.0023 punti; nettamente avanti alla vice campionessa dal 2015, già bronzo due anni prima nella sua Barcellona, Ona Carbonell, con 92.5002. La giapponese Yukiko Inui precede (con 92.3084 contro 91.3014) la 17enne ucraina Marta Fiedina, che ha sostituito la miss Anna Voloshyna, pluricampionessa e bronzo uscente.
Finale del solo - routine tecnica
1. Svetlana Kolesnichenko (Rus) 95.0023
2. Ona Carbonell (Esp) 92.5002
3. Yukiko Inui (Jpn) 92.3084
4. Marta Fiedina (Ukr) 91.3014
5. Jacqueline Simoneau (Can) 89.2932
6. Linda Cerruti (Ita) 88.0378
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foto di Giorgio Scala / deepbluemedia.eu