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Sincro: Lettera alla Gazzetta dello Sport e a Beatrice Adelizzi del DT De Renzis

Sincro

Cara Beatrice, l'articolo apparso sulla Gazzetta dello Sport di giovedì 1 aprile, inserito nel contesto dell'inchiesta dal titolo "Sport al verde", mi impone di effettuare una serie di osservazioni dallo spirito costruttivo.
     
Proprio all'indomani dei risultati che hai conseguito con tanta passione e dedizione, quando avresti potuto finalizzare i tuoi sacrifici ed ottimizzare i tuoi guadagni con l'accesso ad un gruppo sportivo militare, una borsa di studio destinata ai medagliati mondiali ed entrando nel club olimpico, hai deciso di lasciare l'agonismo per dedicarti all'attività universitaria. La Federazione Italiana Nuoto ha rispettato con grande rammarico e sofferenza la tua scelta e ti ha più volte ribadito che le porte della Squadra Nazionale sono sempre aperte ad un eventuale tuo ripensamento.
    
In riferimento all'approfondimento della Gazzetta dello Sport, vorrei ricordare che il nuoto sincronizzato è una realtà sportiva dilettantistica e, pertanto, non può prevedere alcuna retribuzione sotto forma di stipendio. La Federazione Italiana Nuoto ha sempre assicurato assistenza tecnica, logistica, sanitaria, assicurativa - oltre al rimborso di vitto, alloggio e viaggio in sede di collegiali - alle  atlete inserite nei progetti delle Squadre Nazionali, incrementando anno dopo anno il bilancio di settore. Nel 2006, inoltre, ha premiato la dedizione delle sue atlete aumentando la borsa di studio sino a 8.000 euro annui che, coi premi stanziati per i piazzamenti in ambito internazionale, contribuiscono a innalzare i rimborsi annui anche oltre 15.000 euro.
    
Nel particolare dell'articolo, desidero evidenziare che non è vero che le atlete della Nazionale giovanile svolgono attività agonistica a proprie spese. Come per qualsiasi altro settore federale, anche i collegiali delle selezioni giovanili di nuoto sincronizzato sono a totale carico della FIN che, recentemente, ha introdotto una rimborso annuo per le atlete di 15/16 anni di 1500 euro e ha potenziato i collegiali di categoria anche grazie all’ospitalità delle Società affiliate e delle famiglie di atlete locali.
    
Nel contempo mi corre l'obbligo di smentire categoricamente che le ragazze d'interesse nazionale si paghino gelatina, trucchi ed altro. Ogni atleta della FIN è dotata di un personale kit che comprende tutto il necessario per svolgere l'attività agonistica.
    
Gli investimenti della Federazione Italiana Nuoto nel nuoto sincronizzato sono stati molteplici, come testimoniano l'allargamento dello staff tecnico con l'introduzione di insegnanti di danza, di tecnici specialistici e la collaborazione con alcuni tra i migliori coreografi del mondo.
     
Rilevo, altresì, un'inesattezza inerente i Giochi Olimpici di Pechino. Per l'occasione la Federazione Italiana Nuoto, qualificata con il doppio, ha preferito coprire il posto messo a disposizione dal CONI con la riserva del duo, sapendo di poter contare in qualsiasi momento sullo staff medico e fisioterapico della delegazione italiana.
    
Ritengo, infine, importante evidenziare che l'organizzazione dei collegiali anche attraverso l'ospitalità delle Società sia un punto di forza del programma federale, che consente di ottimizzare i costi nel bilancio del settore e di garantire un reciproco scambio esperenziale tra le atlete di club e della Nazionale per la crescita dell'intero movimento grazie alla reciproca collaborazione. (firmato Laura De Renzis, Direttore tecnico Nazionale di Nuoto Sincronizzato)