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I 60 anni di Campagna. Buon compleanno Sandro

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Il commissario tecnico del Settebello Alessandro Campagna compie 60 anni. Un compleanno particolare che questa sera vuole festeggiare insieme ai suoi ragazzi e tutto lo staff della Nazionale alla viglia della partenza per Los Angeles, dove da venerdì 30 giugno a domenica 2 luglio sarà impegnato nella Final Eight di coppa del mondo. Raduno alle ore 19.00 al Centro Federale - Polo Acquatico Frecciarossa di Ostia e martedì mattina la squadra volerà in direzione California. Al nostro cittì giungano gli auguri di Paolo Barelli, del vice presidente vicario della Federazione Italiana Nuoto Andrea Pieri, del Segretario Generale Antonello Panza, del consiglio federale e dell'intero movimento pallanotistico. 

L'INTERVISTA
Sessant'anni di cui quaranta passati con il Settebello. "Ho esordito nel 1982 e, tranne i sei anni passati in Grecia, posso dire che il Settebello e la Federazione sono la mia casa. Sono grato a tutti coloro che mi hanno dato la possibilità di esaudire un sogno che non era affatto scontato. Prima da giocatore, poi da assistente e infine da tecnico, legare il mio nome ad una squadra così gloriosa è un vanto. Per questo ringrazio i miei compagni di squadra, i dirigenti e gli allenatori che mi hanno formato. Ho inziato con il nuoto poi a 12 anni sono passato alla pallanuoto quindi sono quasi 50 anni che sono nella vasche. E' un bel traguardo ma ho ancora l'entusiasmo di un ragazzino. L'esser diventato allenatore mi permette di stare sempre a contatto con i giovani e quindi mi fa restare giovane. Il segreto per far crescere i giocatori è togliere un po' del proprio ego e questo ti fa vedere con occhi diversi anche la vita. C'è una crescita insieme, nelle relazioni e dal punto di vista umano, e questo è fantastico".

"Ho avuto la fortuna di crescere nell'Ortigia, nella Città dello sport, tra valori importanti come l'amicizia, la capacità di socializzare e di spendersi per i compagni. Una virtù però mi preme sottolinerare ovvero l'impegno: senza questo non avrei mai raggiunto nessun risultato nonostante fui tagliato all'inizio della mia carriera. Se uno pensa che i risultati arrivino per grazia ricevuta allora è fuori fase. La testa è il primo grande elemento da allenare e per questo ringrazio i miei genitori e i primi tecnici che mi hanno aperto mentalmente a sacrificarmi".  

"Dopo quasi mille panchine tra giocatore e allenatore posso dire che il rammarico più grande sia stata la sconfitta in finale alle Olimpiadi di Londra. Venivamo da un mondiale vinto a Shanghai da protagonisti e ci è mancato un pezzettino per compiere il miracolo, ma davanti avevamo una Croazia straordinaria. Forse è mancato un briciolo di esperienza mia che potevo trasmettere ai giocatori. La gioia più grande è stata la vittoria alle Olimpiadi perchè sono un altro sport. Però la cosa che più mi emoziona ora è quando inizio un nuovo ciclo con la nazionale e vedo questi ragazzi che hanno la voglia dentro di primeggiare proprio come quando iniziai io. E' come se nascesse un figlio, ogni volta che cambiando siamo riusciti a portare in alto un gruppo è stato il più grande motivo d'orgoglio e di soddisfazione. Di questo nuovo gruppo posso dire che oltre la competitività dobbiamo esser sempre coscienti dello spirito e dello stare bene insieme, di giocare con entusiasmo, voglia, disciplina, aiuto e umiltà. Mantenendo questa base di intenti sono convinto che ci toglieremo grandi soddisfazioni. La bandiera a cinque cerchi e Parigi devono essere impresse nella nostra mente ma dobbiamo vivere bene il presente, perchè se siamo un'ottima squadra ora, dovremmo puntare a divenire superlativi migliorando l'1 o il 2% di noi stessi. Solo migliorando individualmente possiamo crescere come squadra"

"Se ripenso a quando ero ragazzo mi ricordo che i nostri sogni erano quasi impossibili da raggiungere. Ricordo il primo viaggio in America o quello in Russia, sembrava andare in un altro mondo che nessuno conosceva e che qualche volta si vedeva in tv, il più delle volte in bianco e nero. Ora è tutto più fruibile e realizzabile per i ragazzi. Questo un pochino distorce dalla realtà che loro vedono come possibilità di avere tutto e subito. Per questo il mio ruolo è quello di dialogare con i giocatori e cerco atraverso i discorsi e il mio esempio da giocatore di esser credibile ai loro occhi. Carriere lampo è difficile trovarne, bisogna sempre passare da una crescita. Avere tutto e subito non è possibile e bisogna affidarsi a chi ti dà la possibilità di crescere come uomo e come sportivo".

"Tutti i Settebelli di cui ho fatto parte hanno aneddoti straordinari, soprattutto quando c'è un bel clima nella squadra si respira un'energia pazzesca, come quella volta a Shanghai quando facemmo uno scherzo incredibile al vicepresidente Lorenzo Ravina. Queste cose creano gruppo, entusiasmo e senso di appartenenza. Io sono consapevole che i ragazzi sacrifichino parte della loro vita e della loro gioventù per una causa nobile: la pallanuoto, lo sport e il rappresentare la propia nazione. Però dall'altra parte, oltre la disciplina, bisogna lasciare che si scherzi e si sdrammatizzi un po'".

Foto DBM / DeepBlueMedia